"Ieri notte a tarda ora,i Tommyknockers, i Tommyknockers hanno bussato e oggi ancora,Vorrei uscire, ma non so se posso,Per la paura che m'hanno messo addosso!"
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Alla via così.
Ieri notte ho concluso la lettura de “TommyKnockers – Le Creature del buio”, un racconto simil-fantascienza di Stefano Re classe 1987; avendo amato moltissimo il film omonimo, ho immaginato che avrei trovato egual soddisfazione nel racconto, un mammatrone di novecento pagine che, nel complesso, non mi ha propriamente convinto. E’uno di quei romanzi di SK dove il prolifico e bravissimo autore ama parlare,sviscerare ogni singolo pensiero dei protagonisti (e anche dei non protagonisti), protundensosi in viscerali ricordi e salti temporali continui che ammazzano,letteralmente,la trama principale.
A proposito di trama, vediamola insieme (fonte : wikipedia) :
“Durante una passeggiata in un bosco di sua proprietà, la scrittrice Roberta "Bobbi" Anderson inciampa in uno spuntone del terreno, che si rivelerà essere un'astronave aliena sepolta da tempo. Appena disseppellita, la navetta inizia a rilasciare nell'ambiente un gas invisibile ed inodore (o altrimenti una sorta di radiazione) che trasforma le persone in esseri simili agli alieni che guidarono il mezzo stellare. Fornisce a loro anche un temporaneo genio che li rende inventori, ma che non gli fornisce qualità etiche o filosofiche, provocando invece violenza psicotica (come 'Becka Paulsen, che uccide il marito infedele durante la riparazione del televisore morendo anch'essa nel tentativo) e la sparizione di un ragazzo (Davy Brown, il cui fratello maggiore Hilly fa scomparire durante un gioco di magia).Il protagonista del libro, un poeta ed amico di Bobbi, Jim Gardener, apparentemente immune a causa di una placca d'acciaio in testa che blocca l'influenza della navicella, trascorre gran parte del tempo a ubriacarsi. La sua relazione con Bobbi peggiora durante lo svolgersi della storia. Lei è totalmente posseduta dall'euforia di diventare parte della navicella, ma Gardener la vede perdere salute e sanità mentale. Notando la scomparsa della quiete cittadina (un giornalista curioso viene ucciso durante un tentativo di approfondimento della questione), Gardener conferma i suoi sospetti che, lontano dall'essere un miracolo, la trasformazione della città è in realtà un tentativo di riportare in vita gli alieni morti da tempo. Sale quindi sulla nave, la attiva e la lancia nello spazio, causando la morte della maggior parte degli abitanti (e di se stesso) ma evitando le conseguenze disastrose previste con il completamento della ricostruzione.”
Purtroppo, in questo libro come in qualcun altro, l’autore si perde in spesso inutili racconti sulla vita degli abitanti di Haven, i loro pensieri e i loro sogni non dando all’astronave e agli alieni il giusto spazio…cosa che invece fa – e molto bene,l’ottimo film che, non avete visto, vi consiglio caldamente di recuperare e gustare.
Consigliato solo ai veri fan del Re. Se è una storia di Alieni,che cercate,volgete altrove lo sguardo.
Detto questo,ve lasco,che c’ho da fax.
Addio
Ale
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