7/29/2011

Il Tempo Mitiga?

Dicono che "Il Tempo mitiga" -
Il Tempo non ha mai mitigato -
Una vera sofferenza si rafforza
Come fanno i Tendini, con gli Anni -

Il Tempo è un Test per il Dolore -
Ma non un Rimedio -
Se tale si dimostra, dimostra anche
Che non c'era Malattia -

Emily Dickinson

7/25/2011

Vortice Galattico - Star Trek

Buonqualcosa a tutti e ben ritrovati su queste pagine.
Dopo aver chiuso il libro di David Gerrold "Vortice Galattico", la prima sensazione è stata piuttosto amara; una buona idea, quella del buon David, ma sfruttata invero piuttosto male. Ecco cosa riporta la quarta di copertina:
"Oltre l'orlo della galassia si trova una colonia di uomini il cui ricordo è andato quasi perduto nei secoli. Ora l'"Enterprise" si lancia negli spazi sfidando i pericoli di ogni genere, alla ricerca di un "sentiero stellare" che riapra le comunicazioni con quel piccolo avamposto di umani. Ma la via delle stelle non è mai facile: tra alieni bellicosi, uragani galattici e minacce al di là di qualsiasi immaginazione, ogni missione stellare è sempre un'avventura ricca di incognite. Kirk dovrà ancora una volta affrontare l'ignoto, e dimostrare che l'equipaggio dell'"Enterprise" non è una schiera di malvagi demoni."

Ora : il libro racconta di una nave generazionale gigantesca (al confronto della quale la possente Enterprise del capitano Kirk è poco più d'una pulce) ritrovata alla deriva nello spazio. Tutte le comunicazioni sono azzerate, il supporto vitale è minimo e non copre che una piccola parte dell'immensa struttura. Fra alterne vicende, l'equipaggio riesce a penetrare all'interno dello scafo dove due fazioni,isolate da oltre 180 anni sono in lotta per il controllo dell'astronave,che è in rotta verso un temibile buco nero gemello, un "Vortice Galattico"...

Tutto molto simpatico,indubbiamente e ovviamente c'e' molto più di questo;tuttavia lo stile del narratore è fin troppo prolisso e manca di quella verve tipica del capitano Kirk; inoltre vengono raccontati degli episodi del passato di Kirk che - onestamente, non trovano riscontro da nessuna parte. In linea di massima,quindi, ve lo consiglio solo se,come me,vivete di pane e Star Trek...in caso contrario lasciatelo sullo scaffale.

Addio

Ale

7/23/2011

Praga, Questa (S)conosciuta

Buonasega a tutti e ben ritrovati su queste pagine; la mia “cinque giorni” praghese si è conclusa con successo : andrò ora a dissipare alcune voci,così che non inquinino i fatti. Tuttavia, come da consolidata tradizione, cominciamo dall’inizio, che è sempre la cosa migliore. In primo luogo, vi consiglio caldamente, per i vostri viaggi, di NON affidarvi alla compagnia “SmartWings”, la sola – di tutte le compagnie aeree con le quali io abbia viaggiato, dove il semplice servizio di catering si paga. Questo significa che, se c’avete sete, o aspettate di concludere il viaggio oppure sborsate un soldo (cfr. un euro) per una bottiglietta d’acqua. Una cosa scandalosa, a mio modesto avviso, visto che in qualità di passeggero, sono anche temporaneamente prigioniero sul velivolo : e che cazzo, se non ho il becco di un quattrino o non ho valuta locale devo quindi crepare di sete?E se, per esempio, l’acqua mi fosse indispensabile per deglutire o sciogliere una medicina, perché devo pagare per averla, dopo aver già pagato il biglietto – e quindi tutti i servizi annessi? Un vero deficit e un vero sopruso, che non mancherò di tener presente per i miei (si spera) futuri viaggi. Right, detto questo, passiamo all’annosa questione del cambio Euro – Corona. In un fracco di forum o, comunque, in generale sul Web, si legge – come è capitato a me, che la cosa migliore da fare è cambiare gli Euri in aeroporto, perché a Praga ti fottono con gli interessi, il servizio, etc. Vista la generale concordanza di opinioni, mi sono adeguato al suggerimento, cambiando i soldi al Duty Free, col risultato d’aver ottenuto per 1 Euro, 20.81 corone.

Mortaccivostra. E mortaccimia, ovviamente,che mi sono fidato.

Avendo finito prematuramente i soldi (di questo vi parlerò fra qualche riga), ho cambiato qualche lemure pure nella capitale Ceca. Il risultato è che, senza girare troppo, per 1 Euro ho avuto la bellezza di 22,5 corone, al netto di tutti i servizi. Inoltre, molti commercianti accettano gli Euro e in linea generale (questa la do solo come informazione, avendo letto ma NON avendo provato) il cambio nei negozi è di 1 Euro per 24 Corone.

Quindi, lasciate perdere i ridicoli suggerimenti sparsi nel Profondo Blu da sedicenti esperti : in qualità di fresco turista appena tornato (e spellato) da Praga, vi consiglio di cambiare i dindi direttamente in loco o, comunque, MAI in aeroporto, specialmente non nella Capitale.

Alla via così, vo a continuare. Se state per partire per Praga, al di la di quanto possiate o meno leggere nella previsioni o gli stessi esperti citati poco fa possano dirvi, nella vostra valigia non devono mancare : la carta d’identità valida per l’Espatrio o il passaporto; un robusto ombrello; un maglione o una felpa pesante, anche se andate in pieno Agosto (o a fine Luglio,nd AleNet); scarpe comode, preferibilmente da ginnastica e resistenti all’acqua; diger-seltz.

Sul documento, non spendo altre righe, perché la ragione mi pare ovvia; sull’ombrello, consideratelo obbligatorio, perché il Tempo, nella ridente repubblica ceca, varia da un momento all’altro e quando inizia a piovere può farlo anche per 36 ore di seguito…non è una esagerazione, proprio 36 ore : credetemi, io lo so. E non parlo di pioggerellina primaverile, ma di nubifragi. Da qui, il suggerimento del maglione, perché certi momenti si gela tanto da cacarsi sotto. Scarpe comode, perché – sempre al di la di quello che si dice in giro, Praga non è certo una metropoli e, se avete buone gambe, potrete coprirla tutta (o,comunque, potrete coprire tutto ciò che merita d’esser visto) nel giro di un giorno e mezzo, massimo due giorni : al terzo, vi ritroverete a rivedere quello che avrete già visitato. Infine, un digestivo, perché Praga è bella, per certi versi emozionante, ma i Praghesi non solo mi sono parsi un po’…lenti di comprendonio, ma soprattutto offrono una cucina non esattamente al top.

Dopo tutti questi consigli utili a farvi vivere meglio (almeno spero) la vostra prossima vacanza nella terra del prosciutto, spendiamo qualche riga su quanto c’e’ di bello nella Capitale cecata.

In primo luogo, vorrei sottolineare tre cose per le quali Praga da una pista (cfr, supera largamente) la mia amata Roma : i trasporti pubblici; la sicurezza; il sistema fognario. Se su quest’ultimo punto avete inarcato un sopracciglio, vi invito a riflettere (specialmente se come me vivete nella capitale, la sola e unica), su un punto : avete presente quei begli acquazzoni…sapete,no,quando piove quel terriccio schifoso, per ore e ore, a catinelle e la città impazzisce, i dementi perdono quella già minima facoltà di guidare e le strade diventano dei veri e propri acquitrini così che quelli come me, che viaggiano quasi sempre su due ruote, rischiano di sfracellarsi fra buche, laghi, sfaldamenti dell’asfalto e teste di cazzo al volante? Ecco, se avete questo quadro, considerate pure che spesso basta un po’ di pioggia per paralizzare o comunque impensierire seriamente Roma. Questo,a Praga, non succede, grazie ad una superba manutenzione cittadina, allo spirito civico dei Praghesi e ad un sistema fognario in grado di sopportare 36 ore ininterrotte di diluvio (non pioggia : DILUVIO!), con la sola conseguenza di qualche pozzanghera qua e la, più che altro nelle zone più lontane dal centro.

Un centro spesso affollato, per non dire strapieno, di turisti e indigeni, che possono godersi la città a tutte le ore del giorno e della notte grazie alla presenza costante e molto riservata (mai invasiva) di un alto numero di agenti di polizia, la cui sola presenza diffida gli stronzi a comportarsi come tali. In ultimo, la metropolitana (per tacere dei bus e dei tram) : tre linee che coprono l’intera città, per un servizio veloce, efficiente e sicuro…e ve lo dice uno che è salito sull’ultimo autobus circa vent’anni fa (ucciso dalla mostruosa e tutt’ora viva inefficienza), prima di passare in via definitiva alle due ruote. Ah, in questo senso, dimenticate le “Card” spenna turisti che tutte le capitali offrono : è più conveniente un biglietto giornaliero che, per poco più di 100 corone (circa 5 euro), vi permetterà di prendere bus metro e tram tutte le volte che vorrete per 24 ore dalla prima timbratura.

Ora, sfatiamo un altro mito : “la vita a Praga costa meno”. Si, meno di Parigi, ma non certo meno della capitale o, in generale, non certo meno che in Italia. In linea generale, è vero che costano meno le sigarette (poco più di 3 lemuri contro i quattro abbondanti del Bel Paese) : a tal proposito, se prediligete le Chesterfield Rosse, armatevi di santa pazienza, perché non sono per nulla semplici da trovare, come ho scoperto a mie spese. Tuttavia, non si vive di sola nicotina : un caffè costa mediamente due euro, un menù al McDonald mediamente un paio d’euro in più che da noi e per due primi (per quanto abbondanti), un piattino di patate fritte e un’acqua potreste spendere tranquillamente oltre le 900 corone, almeno in un ristorante ceco. Un portachiavi per ricordo costa intorno alle 100 corone (4 euro abbondanti!), un cornetto al cioccolato circa due euro, un paio di Levis attorno ai 160 (euro,non corone)…e così via, il quadro dovrebbe esservi chiaro.

Alla via così, sto post è lungo e c’ho ancora un po’ di cose da dirvi : vediamo, questa seconda parte la chiameremo : “Cosa Fare A Praga Quando Sei Morto”, parafrasando un film con Andy Garcia. In linea di massima, diciamo che il vostro giro dovrebbe iniziare da Piazza della Repubblica, vero punto di snodo dell’intera città e ottimo punto dal quale partire; da qui, sarete infatti vicini alla Torre delle Polveri, sulla quale vi consiglio di salire (per 350 corone, non gratuitamente : scoprirete che a Praga si paga quasi tutto, persino l’ingresso in molte chiese), onde poter ammirare uno spettacolare panorama dall’alto. Fatto questo, spalle alla torre, potrete scegliere se scivolarci sotto o girare a sinatra. Diciamo che proseguirete senza voltare e vi inoltrerete nelle vie zeppe di negozi di ogni genere (specialmente di roba mangereccia e souvenir, veramente a profusione!), dove lo spirito mezzo gotico-barocco-art nuveau della città vi colmerà gli occhi di una bellezza poco duratura ma molto profonda. Camminando in questo senso, troverete anche una pasticceria di cioccolato belga dove tendono ad arrotondare un po’ troppo, le commesse non sono proprio oscar alla simpatia e i cioccolatini lasciano il tempo che trovano : insomma, Nutella docet e il resto, come si dice, se ficca.

Poco oltre, ecco il vanto dell’intera città : l’orologio astronomico! Oh, se leggete nel Profondo Blu di questo orologio, pare essere una delle sette meraviglie del mondo; invece, è una simpatica opera appiccicata al municipio, che merita tutta la vostra attenzione, ma per non più di cinque minuti. Già che ci siete, approfittate dei chioschi la attorno per comprare il tipico dolce locale : una sorta di girella che ricorda molto la pasta di un cornetto, cava all’interno e zeppa di zucchero, davvero ottima. Non ricordo l’impronunciabile nome, ma ricordo il sapore…ottimo,davvero! Fatto questo, potrete scegliere se procedere alla vostra destra, verso il quartiere ebraico (dove ci sono i negozi di moda…moda vera, tipo Valentino, Fendi e compagnia bella), oppure proseguire diritti, per arrivare la dove nessun uom…pardon, mi sono lasciato trascinare; dicevo, proseguire per arrivare all’altro pezzo forte di Praga, ovvero Ponte Carlo. Ora : Ponte Carlo è un gran bel ponte che attraversa il fiume Moldava, pieno zeppo di statue e con due bei torrioni all’inizio e alla fine, anch’essi visitabili a pagamento; right, io sono uno zinzino di parte dicendo che i ponti di Castel Sant’Angelo a Roma o il Ponte Alexander III a Parigi se lo magnano a mozzichi sto poro Ponte Carlo, però in effetti è un bel vedere (con un po’ di fortuna potrete anche scorgere degli splendi cigni!), quindi andateci. Non andate, invece, al primo chiosco sito nella parte finale del ponte, sulla destra : il caffè è una purga romulana, i prezzi sono altissimi (e quelli esposti sono ESENTI dal “servizio”, figli di puttana!) e i dolcetti sono all’arsenico. A buon intenditor…

Superato il ponte, non potrete esimervi dall’inerpicarvi, letteralmente, per le salite che ci sono subito dopo, onde raggiungere il famoso “Castello Di Praga”; prima che vi aspettiate di trovare luoghi con torri, merli, ponti levatoi et similia, sappiate che quasi tutto quello che è indicato come “Castello”, a Praga, si riferisce alle sole mura perimetrali; dentro NON ci sono castelli (come per esempio quello di San Giorgio a Lisbona o Castel Sant’Angelo a Roma, VERI castelli, intesi nella loro accezione più autentica), in favore di parchi o altri monumenti comunque molto interessanti, come la Cattedrale di San Vito che ricorda alla lontana il Duomo di Milano, solo mille volte più affascinante e maestosa : una visita che NON dovete saltare, per nessun motivo. C’e’ poi un altro Castello dalla parte opposta della città (ricordate quanto ho appena detto sui castelli di Praga) del quale non ricordo il nome, ma segnalato benissimo praticamente ovunque, anche sui disegnini delle fermate della Metro; qui, troverete un bellissimo parco, un affascinante cimitero e la Basilica di San Pietro e Paolo, bellissima nella sua maestosità. Right…questo è quanto. Riavvolgiamo il nastro e torniamo alla Torre delle Polveri, per prendere l’altra strada : qui troverete dei bei negozi piuttosto variegati, una quantità infinita di sedi della Unicredit e quasi altrettanti McDonald. Sbucherete quindi a Piazza Venceslao, dove potrete dedicarvi allo shopping o inerpicarvi verso l’alto dove, alla fine di una lunghissima strada, troverete il Museo di Storia Nazionale : nulla di esaltante (espone praticamente solo copie), ma sicuramente merita un po’ del vostro tempo, quindi non saltate la visita. Nel piazzale antistante il museo troverete anche un monumento alla memoria del primo martire della “Primavera di Praga”, della quale, magari, vi racconterò in un altro post.

Questo è davvero tutto, mes amis : Praga è una bella città, molto piccola, molto carina, molto pulita, molto costosa, molto affascinante, molto ben servita. Merita sicuramente una visita, ma che sia di tre giorni o la noia potrebbe iniziare a far capolino e non è una bella cosa.

A me, non resta altro che augurarvi buon viaggio e darvi appuntamento al prossimo post.

Ale

7/17/2011

Dragon Age 2 (recensione)

E' di nuovo l'era dei Draghi!
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Come accaduto con altri giochi, dobbiamo iniziare la nostra recensione sottolineando il fatto che anche questa incarnazione per PC di un titolo molto atteso, arriva nelle nostre fameliche mani con qualche giorno (giorno!?) di ritardo rispetto al mercato consolle…il che significa che ignoreremo quanto detto fino ad ora per gli articoli precedenti, trattando questo come un vero e proprio unicum. Premesso questo, cominciamo dalle cose ovvie : Dragon Age II è un tanto divertente quanto complesso gioco di ruolo, con una trama in continua evoluzione che muove i suoi passi in un mondo fantasy tinto di intrighi politici. Durante questa lunga avventura, ci troveremo ad affrontare giganteschi draghi, maghi malvagi, avidi mercanti e schiavisti, il tutto mentre (sulla carta) le nostre azioni influenzeranno il dipanarsi della storia. Il divertimento è assicurato, anche se questo titolo non soddisfa gli standard imposti da Dragon Age: Origins; diversi aspetti, quali la gestione dell'inventario e la progressione delle abilità, sono stati spogliati delle peculiarità che hanno reso il primo capitolo così interessante – il che ci ha lasciato piuttosto perplessi, essendo il gioco patrocinato da BioWare che, in termini di titoli di questo filone, non è certo l’ultima software house arrivata. Anche la storia ha subito una involuzione, non risultando – se non credibile, almeno coerente,sia con i fatti narrati nei primi episodi, sia con quelli raccontati in questo DA2. Con una pesante eredità alle spalle come quella generata da Origins, i difetti spiccano in modo forse più evidente, ma questo non vuol dire che ci troviamo di fronte ad un prodotto insufficente. Anzi, DA2 è un piccolo gioiello che – per quanto inferiore al suo illustrissimo predecessore, non mancherà di deliziare gli appassionati del genere. Vediamo perché.
Il fatto che Dragon Age II importi numerose modifiche rispetto all'originale è evidente fin dal principio. Inizialmente,si potrebbe provare un leggero smarrimento (leggi:delusione) nella creazione del proprio personaggio. Svanita la selezione della razza, si può ora scegliere unicamente il sesso e la classe del protagonista fra le tre disponibili (mago, ladro, guerriero); rimane la possibilità di attribuire un nome di proprio gusto all’alter ego,ma il cognome sarà uno e uno soltanto, ovvero Hawke. In ogni caso, pur storcendo il naso di fronte a questa depauperazione, anche i puristi del gioco di ruolo abbracceranno con gioa il cambiamento una volta che il gioco è in pieno svolgimento. Da segnalare il fatto che, durante le “cutscenes”, sono stati implementati dei dialoghi a risposta multipla per ovviare a quella sensazione di “vuoto” che coglieva il giocatore durante le sessioni di Origins.
Senza svelare troppo della trama (che peraltro non è esattamente il punto forte di questo gioco), il nostro campione è una sorta di profugo che – in contemporanea con gli eventi narrati in Origins, fugge dalle terre di Lothering per trovare scampo nella città di Kirkwall. In seguito a non meglio precisate (dis)avventure la nostra fama crescerà esponenzialmente, fino a farci diventare relativamente importanti nelle terre circostanti; tuttavia, nel nostro girovagare non vi è alcun senso generale di finalità, non c’e’ un Cattivo da affrontare , demandando il tutto ad una serie di missioni che paiono tutte delle “sottoquest” che non sfociano mai in una vera e propria Missione. Questo nuoce molto ai tratti epici ai quali i fans della saga di Dragon Age si sono legati e, nonostante i programmatori abbiano inserito delle missioni che approfondiscono il background del nostro party, in linea generale sembra mancare una vera e propria Storia che faccia da collante all’intera produzione.
Come detto, quindi, i tratti caratteristici più marcati del racconto non li troviamo nella storia vera e propria, ma più – in certa misura, nelle scelte adottate dal giocatore. Possiamo dividere Dragon Age II in tre macro-capitoli e, in ciascuno, si dovranno prendere delle decisioni che non necessariamente rientreranno nelle definizioni standard del bene e del male (anche a causa del clima, diciamo così, politico che permea l’intero gioco).
In ogni caso, è necessario scegliere come reagire agli eventi mostrati a video, utilizzando una “ruota di dialogo” (le immagini qui attorno esplicitano meglio il concetto) a risposte multiple, in genere tre o quattro. Tuttavia, spesso le nostre risposte non influiranno (o influiranno molto poco) sul gameplay, contando più sull’illusione della libertà di scelta che non su una effettiva libertà. Ci sono eventi, infatti, che si svolgeranno più o meno allo stesso modo, indipendentemente da come si risponde, ed è proprio in questi casi che un po’ di delusione farà capolino da dietro al monitor. Fa da contraltare a questa poco edificante situazione, il fatto che invece alcuni momenti (che definiremmo topici) prenderanno la propria piega proprio sulla base delle nostre scelte; incoraggiare un personaggio non giocante a seguire le vie della Magia, per esempio, si rivelerà essere un grosso affare per noi quando, molto più avanti nel gioco, ritroveremo quel medesimo personaggio dotato ora di grandi poteri e quindi pronto ad unirsi al nostro party. Segnaliamo anche che, seppur in misura minore, la scelta del sesso e della classe (che si effettua, come detto, a inizio partita) potrà incidere sullo svolgersi degli eventi e sull’approccio dei PNG nei nostri confronti.
Parlando del Team che ci accompagnerà durante le nostre missioni, dobbiamo sottolineare come i I personaggi che si uniranno a noi nella tenzone non saranno di impatto come quelli di visti nel gioco originale. Alistair e Morrigan, tra gli altri, vantavano una personalità vivace che rendeva più semplice l’immedesimazione. Il cast, per così chiamarlo, di questo sequel non fa la stessa impressione, almeno non completamente. Per esempio, parlando di Fenric (uno schiavo elfico fuggito dal suo violento padrone) ha un background quasi scontato, nella sua semplicità; di contro, abbiamo apprezzato lo sforzo profuso dai programmatori per sviluppare il suo lato “dolce”, specialmente in una determinata quest dove un demone lo (ci) sottoporrà a delle prove atte a far superare le proprie debolezze. Merrill ha dalla sua un gran fascino, ma perde totalmente il confronto con la sua controparte di Origins, Leliala. Lo stesso Varric, il nano che per primo incontreremo sul nostro monitor, per quanto capace di tessere interessanti archi narrativi sulle gesta degli eroi, non è una presenza di spicco come la sua controparte Oghren.
Tuttavia, ogni membro del party - per non parlare di altri giocatori principali e secondari del gioco - è squisitamente e sapientemente ricreato, soprattutto grazie a due fattori: l’ottimo doppiaggio (che peraltro è rimasto in lingua Inglese, ma coadiuvato da ben realizzati sottotitoli in Italiano) e le più che convincenti animazioni facciali che, pur non essendo ai livelli di Mass Effect 2, riescono comunque a trasmettere pace, tristezza o rabbia a seconda dell’occasione. Se si desidera esplorare ulteriormente i rapporti con i nostri compagni di avventura, è possibile offrire offrire loro dei regali, cosa che permetterà non solo di aprire dei sentieri “romantici” per i nostri beniamini, ma anche – eventualmente, di sbloccare quest e missioni che richiedono un determinato “allineamento morale” per essere attivati. Come nella maggior parte dei giochi di ruolo, si acquistano oggetti e attrezzature dai mercanti e si vende il bottino trafugato ai nemici uccisi.
Il personaggio principale gestisce le scorte proprie e degli altri in un unico inventario dal quale attingerà tutto il gruppo per implementare la propria armatura. Molti oggetti avranno una restrizione su Hawke, anche quando non appartengono alla classe del nostro eroe. Quindi se il nostro Hawke è un guerriero potrà trovare, ad esempio, cappelli da mago destinati solo a lui. L’inventario mostra da una a cinque stelle accanto ad ogni arma, armatura o accessorio. Si tratta di una approssimazione dell’utilità dell’oggetto, relativamente al livello e alla classe del personaggio.
Gli altri membri del nostro team avranno restrizioni proprie alla loro classe sia riguardo le armi sia riguardo le armature. Per citare il ladro Varric, questi avrà solo la balestra ma non potrà utilizzare frecce infuocate o raggelanti. Man mano che il personaggio avanza però potrà acquisire degli slot per migliorare la propria arma con delle rune, preziosissimi oggetti piuttosto difficili da reperire.
I maghi ovviamente avranno in dotazione bastoni magici che troveremo o compreremo dai già citati mercanti ma l’implementazione dell’armatura sembrerebbe essere appannaggio esclusivo del nostro eroe.
Anche l’albero dei talenti si sviluppa secondo le diverse classi. I maghi potranno sviluppare maggiormente la magia di guarigione, l’attacco attraverso la magia elementale o il controllo della mente. Il ladro potrà sviluppare la furtività o l’attacco a distanza con archi e balestre. Il guerriero avrà la possibilità di migliorare le tattiche con arma e scudo, con armi a due mani o con doppie armi e, naturalmente, raffinare le tecniche per provocare l’avversario o intimorirlo. Quanto alle competenze di erboristeria per creare pozioni e veleni o alla capacita di costruire trappole meccaniche ed esplosive ci sono variazioni rispetto a DA Origins. Non servirà sviluppare la capacità nel singolo personaggio ma sarà sufficiente acquisire la ricetta di creazione.
In questa incarnazione per PC, purtroppo, si viene a perdere un aspetto importante della serie che è legato a filo doppio ai giochi di ruolo targati BioWare: la telecamera tattica. Pur conservando un discreto (solo discreto) grado di controllo sulla visuale, non si è più in grado di vedere troppo lontano e, soprattutto, non si può visualizzare il campo di battaglia dall'alto. A questo, si aggiunga il fatto che l’inquadratura è sempre centrata sul personaggio principale, con dei zoom eccessivi che fanno perdere di vista il quadro generale (oltre alla visuale del nemico, della sua posizione e degli attacchi che sferra). L'inquadratura della telecamera non è l'unico aspetto che è “meno tattico” . Su console, il livello di difficoltà è più o meno lo stesso come del gioco originale; sulla nostra macchina da gioco favorita, invece, i nemici sembrano soffrire di una certa carenza di fosforo, attaccandoci troppo spesso come tanti mufloni senza un minimo di strategia. Nonostante questo, i combattimenti sono molto frenetici ed adrenalinici : il numero di avversari contemporaneamente su schermo è sempre molto alto e quando ci si trova ad affrontare un drago nervoso come uno che non fa sesso da anni, l’azione e la frenesia sono garantiti! A tal proposito, è bene specificare che la modalità di combattimento non è cambiata. Si preme il pulsante di attacco per colpire e si può selezionare la tipologia di attacco del personaggio decidendone anche l’obiettivo.
Come nel suo predecessore sarà possibile anche qui controllare qualunque membro del gruppo anche durante lo scontro e si potrà gestire il comportamento in battaglia dell’intero party grazie agli slot dedicati alle tattiche che si sbloccheranno man mano che il nostro personaggio sale di livello.A discapito del realismo è da notare l’assenza totale di danni da fuoco amico. Nel precedente DAO se un mago lanciava un incantesimo di magia elementale provocando una tempesta di fuoco, tutto il gruppo veniva investito e danneggiato. Qui invece i nostri eroi sono al sicuro da qualsiasi colpo inferto dai compagni.
A tutto quanto detto fino ad ora, si deve aggiungere un comparto video particolarmente altalenante, fatto di tante piccole perle e di tanti piccoli difetti. Se è vero che le animazioni sono quasi sempre fluide e credibili, è altrettanto vero che in troppe situazioni ci troviamo di fronte a texture quasi scandalose, tanto è bassa la loro risoluzione; non migliora di molto la situazione neanche l’applicare la voluminosa patch (oltre 1 GB!) che applica alcuni filtri di rendering ad alta risoluzione all’intero parco visivo; su una consolle, sia essa Microsoft o Sony, ci si può adeguare, su un computer, decisamente meno. Tuttavia, ci sono cose positive che meritano menzione: in primo luogo, il fiume di sangue digitale che sprizzerà dai nostri monitor, davvero in quantità industriale (cosa che non mancherà di deliziare i fan dei giochi più splatterosi o violenti). Alcuni panorami meritano d’essere osservati in religioso silenzio, così come abbiamo apprezzato l’alternarsi del giorno e della notte. Ancor di più abbiamo apprezzato il corposo impianto sonoro, fatto di un doppiaggio molto convincente, ottime musiche (sempre evocative) e una localizzazione in Italiano dei menù e dei sottotitoli pressoché priva di sbavature.

7/15/2011

Star Trek su RAI 4

Minipost informativo per comunicare agli appassionati che dall'8 Luglio, tutti i giorni dal Lunedi al Sabato alle ore 18 circa, RAI4 ritrasmette la Serie Classica di Star Trek in versione rimasterizzata. Un ottimo sistema per riscoprire,gratuitamente,un pezzo di storia della fantascienza in TV.

Lunga vita e prosperità.

Addio

Ale

7/14/2011

Strane Presenze Sul Ponte 12

Buongiorno a tutti e ben ritrovati su queste pagine.
La penultima puntata della sesta stagione di Star Trek Voyager risponde al nome di "Strane Presenze sul Ponte 12" e devo dire che è,senza dubbio alcuno, una delle mie favorite.
Il motivo è presto detto : con il pretesto di raccontare una sorta di fiaba ai ragazzi borg presenti sulla nave, gli sceneggiatori hanno inventato una storia raccontata a mo' di flashback, dove Neelix veste il ruolo di narratore.
Mentre la Voyager si trova in una nebulosa di classe J con l'intento di caricare i collettori di Boussard con tutto il deuterio disponibile, un incidente costringe l'equipaggio ad abbandonare la nebulosa prima di aver completato l'operazione, ma comunque con il carico completo all'80%. Quello che l'equipaggio non sa è che, oltre al deuterio,qualcos'altro è penetrato nella nave, qualcosa di pericoloso:non passa molto,infatti,che la nave inizia ad essere afflitta da una serie di anomalie. La cosa più rilevante è che qualcosa ha preso il controllo della navigazione,riportando la nave su una rotta precedente. Quelli che inizialmente sembrano quindi problemi generici, si rivelano presto essere quindi causati da una forma di vita elettromagnetica che la Voyager ha raccolto nella nebulosa. Inizia così un braccio di ferro fra Janeway e l'entità per riprende il controllo della nave...

Una grandissima puntata,della quale non vi svelo altro per non togliervi il piacere della visione. Ho apprezzato moltissimo il taglio fiabesco di questo episodio,raccontato bene,con molta azione e fedele all'anima di ST, dove il tentativo di comunicare con nuove forme di vita è il leit-motiv così come pensato dal geniale Gene Roddenberry.

Visione caldamente consigliata.

Ale

Fiore

Il piccolo Etereo Cappuccio
Poggiato sulla Testa -
Modisteria flessibile
Di un Dio sagace -

Fin quando scivola via
Un nulla alla volta -
E il Dramma del Soffione
Si estingue in uno stelo.

Emily Dickinson

7/05/2011

Ciù non è megl che Uan


Buongiorno a tutti e ben ritrovati su queste pagine.
Nell'affollatissimo panorama televisivo italiano, è normale sovrapporre due (si spera) grandi serie nello stesso giorno; in fondo, fra Rai,Mediaset e SKY non si sa chi manda in onda più programmi interessanti in contemporanea...in virtù di questo è purtroppo scontato che oggi, 5 Luglio, madre Rai e Mr. SKY trasmettano la prima puntata di due telefilm.

Sul canale 110, ovvero FOX, inizia oggi "Falling Skies", sul quale non mi posso pronunciare, essendo una prima assoluta in Italia; comunque sia, trattandosi di Alieni ed essendo il serial prodotto da un certo Spielberg (avete visto tutti il favoloso TAKEN, si?), direi che la garanzia di qualità è assicurata.
La Rai risponde con una prima visione su Rai2, ovvero il bellissimo "La Spada della Verità", un serial di due stagioni basato sui racconti di Terry Goodkind e prodotto dall'insuperabile Sam Raimi. Come si arguisce, si tratta di un telefilm fantasy; parte in maniera molto "soft", diciamo,per poi salire vertiginosamente in azione e spettacolarità, doti che trovano la loro epitome nella seconda - e purtroppo ultima, stagione.
Mettiamola così: dalla mia fortunata posizione, avendo già visto su SKY l'intera saga del "Cercatore", io vedrò sicuramente "Falling Skies". Se non siete abbonati, allora il telefilm di Raimi dovrebbe essere la vostra scelta obbligata.

La mia l'ho detta,mo ve lasco.
Addio.

Ale
ps: nella foto, il "Cercatore"e la "Depositaria", ne "La spada della verità".
ps2:il cappello introduttivo era assolutamente ironico.

7/04/2011

Grazie...!



Gente di poca fede, come potete vedere, a volte, basta chiedere!In un post precedente, ho chiesto cortesemente di aumentare il livello di difficoltà nell'attraversare un'arteria vitale come la Laurentina nell'incrocio con Via degli Artificieri...detto fatto,sono stato esaudito!
Adesso,oltre al manto stradale disconnesso, si aggiunge la totale mancanza di visibilità quando ci si approccia all'incrocio (fig.1) e la QUASI totalità quando si arriva proprio sul bordo delimitato dai New Jersey e dalla fila di grate (fig.2). Dovete tener presente che le foto sono state scattate a bordo di uno scooter con le ruote alte : in macchina,ovviamente,l'arco visuale è ulteriormente ridotto e non supera il paio di metri a destra.

Adesso vi sfido a fare di meglio...dai,dai,inventatevi qualcosa per rendere l'incrocio ancora più pericoloso!Mitici!

Ale

7/01/2011

Gli Anni Perduti - J.M.Dillard

Alla via così.
Riconosco,non senza una lieve punta d'amarezza,che i libri di StarTrek che ho letto ultimamente non sono proprio quei best-seller che speravo. In netta controtendenza, ho invece scovato,letto e amato "Gli Anni Perduti", di J.M.Dillard, tomo nel quale vengono raccontati i primi eventi occorsi all'equipaggio della serie classica (cfr.TOS), subito dopo la fine della missione quinquennale. C'e' un sitarello interessante, di Montaldo Scarampi, che riporta la quarta di copertina:

"Il romanzo che racconta un momento inedito dell’universo di Star Trek, tra la fine della Missione narrata nella serie televisiva e gli eventi descritti successivamente in Star Trek: il film. La Missione Quinquennale si è conclusa. Ora gli ufficiali della USS Enterprise dovranno fare carriera in qualche altro modo… James T. Kirk, nominato Ammiraglio, deve affrontare una situazione disperata, e da lui dipende la vita di molti ostaggi. Spock, tornato su Vulcano, troverà una sorpresa, quella che meno si aspettava. E il Dottor McCoy, come al solito, si è messo nei guai. Quel tipo di guai che potrebbero provocare un bagno di sangue interstellare…"

Ora...diciamo che chi ha scritto la quarta, probabilmente il libro non lo ha letto. Quello che viene raccontato dall'autrice sono in effetti i primi passi del trio più famoso della fantascienza (Kirk,Spock e McCoy) dopo essere tornati gloriosamente sulla Terra. Con un abile tessuto narrativo, la bravissima J.M. ci racconta quindi tre spaccati di vita molto intensi dei personaggi, tre storie separate (e apparentemente slegate) che andranno invece, inevitabilmente, ad unirsi nel dipanarsi di una trama complessa ed estremamente evocativa, fino al notevolissimo finale che non mancherà di deliziare gli appassionati della Serie Classica. Un gran bel libro,davvero,che entra a mio avviso in pieno diritto, nell'Olimpo dei Romanzi di Star Trek.

Assolutamente consigliato!

Orione

L'Eco non ha Magistrato -
Cattura una Goccia di Rugiada
E il Sole la libererà
Beffandosi di te -

Segui il fine Orione fino a corrugare lo Sguardo -
Sfavillante dileguarsi
Che è ancora più in alto.

Emily Dickinson

Sempre Più Difficile!

Non posso,davvero,esimermi dal complimentarmi con i prodi,gloriosi gestori dei lavori in corso fra Via Laurentina e Via degli Artificieri; il pericoloso incrocio appena citato, già di per se difficile da superare per la sua intrinseca posizione, è oggi stato arricchito da un nuovo gadget, che innalza il livello di difficoltà : una bella grata lunga diversi metri e alta almeno un paio, che limita la già scarsissima visuale destra – da dove arrivano centinaia di auto che non rallentano neanche quando il semaforo a seguire è palesemente rosso. Davvero,i miei complimenti : venire a lavoro è già di per se noioso…sapere che almeno ci sono cose come questa che innalzano il livello di attenzione,donando tutta una nuova verve all’inizio della giornata è fantastico! Grazie, grazie di cuore…e,se nel mio piccolo posso permettermi di dare un suggerimento, che ne direste,la prossima volta, di mettere anche un po’ d’olio sull’asfalto che già di suo cade a pezzi, in quel tratto? Non sarebbe anche questo un bell’incentivo alla guida sicura?Bravi…bravi,davvero. Sono felice di pagare le tasse ed essere così amorevolmente tutelato. Oh,mi raccomando eh...mi aspetto sempre nuove,grandi idee!

Centurion

Buongiorno a quasi tutti,buon inizio Luglio e ben ritrovati su queste pagine. Fra i film disponibili per l’Home Video (cfr. quelli della videoteca,razza di carogne putrefatte) uno che merita tutta la vostra attenzione è sicuramente “Centurion”, un film di Neil Marshall con Michael Fassbender, visto nel recentissimo “X-Men L’Inizio” (nei panni del giovane Magneto) che qui interpreta il valoroso centurione da cui prende il nome tutta la produzione.

Il sito “ComingSoon.it”, ne riporta la stringata (e non del tutto esatta) trama. Leggiamola:

“Ambientato nell'anno 117 nella Britannia occupata dai Romani, Centurion racconta la storia di Quintus Dias, unico sopravvissuto ad un attacco dei Pitti (la popolazione pre-celtica che abitava oltre il Vallo di Adriano e si opponeva alla dominazione Romana) che, assieme al Generale Virilus, marcerà verso nord per debellare il nemico barbaro.”

Diciamo che in effetti le cose stanno più o meno (più meno,che più) così, ma la marcia sopra indicata si interrompe già a metà film, dopodichè i sopravvissuti della nona legione romana (sotto il comando di quel cojone di Giulio Agricola), avranno il loro bel daffare per sopravvivere ai Pitti e alla loro mortale Cacciatrice. Un film ottimamente realizzato e splendidamente recitato, molto violento, colmo d’azione e con una strizzata d’occhio ai buoni sentimenti. Uno spaccato di vita dell’epoca imperiale romana, vista dagli occhi di un generale prima e di un centurione poi, centurione che dovrà fare appello a tutto il suo coraggio (ed al suo Amore per Roma), per sopravvivere nella lande impervie della Britannia, con la costante minaccia dei Pitti. Non posso non consigliarvi caldamente la visione di questa pellicola, perché si tratta davvero di un piccolo gioiello (misconosciuto) che merita due ore del vostro tempo : le ripagherà in pieno.

Alla prossima volta.

Ale