10/08/2010

L'ultima Equazione.


...o almeno si spera. Questo è il sottotitolo che,idealmente,io avrei messo sotto al titolo dell'opera di Mark Alpert,astrofisico,giornalista e scrittore. Ecco cosa riporta la quarta di copertina:

"David Swift, docente di storia della scienza alla Columbia University, viene chiamato d'urgenza al St. Luke's Hospital di New York: Hans Kleinman, il suo vecchio professore di fìsica, è stato aggredito e torturato da uno sconosciuto e adesso è in bilico tra la vita e la morte. L'uomo che David trova è ovviamente ben diverso da quello che, cinquant'anni prima, era considerato uno dei più brillanti assistenti di Albert Einstein e che poi era diventato uno scienziato ammirato da tutti. Kleinman è in stato confusionale e ripete in maniera ossessiva due termini tedeschi - Einheitliche Feldtheorìe - e una serie di cifre. David intuisce quale significato dare a quelle parole: il professore si sta riferendo alla "teoria unitaria dei campi", quella che spiegherebbe tutte le forze della natura, dalla gravita all'elettricità alla potenza nucleare. E sa pure che Einstein ha dedicato gran parte della vita a formularla, ma senza riuscirci... O forse no? C'è comunque ben poco di teorico in quello che accade a David subito dopo la morte del suo mentore: nel giro di poche ore, viene fermato dall'FBI con l'accusa di omicidio e diventa l'obiettivo di un uomo determinato a tutto pur di scoprire quelle equazioni rivoluzionarie. Perché David è la chiave, l'unica persona che, interpretando e seguendo gli indizi criptici sussurrategli da Kleinman, può trovare la soluzione a un'ipotesi scientifica così audace e devastante che potrebbe piegare le leggi dell'universo alla volontà umana..."

Tutto molto bello, idealmente, sulla carta. Il nodo,però, è in una trama piatta e assolutamente prevedibile,senza contare che,in un libro dove si paventa la possibilità di rivelare la teoria dei campi unificati (ovvero,una cosa che al momento ci è oscura) e poi,per ovvie ragioni,non lo fa,già di suo perde in partenza; se aggiungiamo personaggi vagamente piatti e piuttosto stereotipati, il quadro è completo. Un libro che non vi consiglio assolutamente,a meno che non siate dei sfegatati fan di Einstein.

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