Lo so. Leggendo il titolo del post, qualcuno di voi potrebbe
pensare che mi sto riferendo ad un certo tizio a capo dei “Dodici”, ovvero un
gruppo scelto paramilitare di uomini che non hanno più “la luce dei sentimenti
negli occhi” e che “attendono solo un segnale”, comparso il quale il mondo così
come lo conosciamo oggi scomparirà e inizierà una nuova era.
Ebbene,no,non è così. Anche se, tutto sommato, la cazzata di
libro che vado a recensire quasi rivaleggia con le stronzate che ho scritto qui
sopra.
In un post precedente, vi avevo raccontato de “Il Passaggio”
di J. Cronin, un libro a dir poco fantastico, scritto benissimo, scorrevole,
interessante - a tratti persino toccante; nonostante i tempi biblici dell’editoria
Italiana, ho accolto con piacere l’arrivo de “I Dodici”, secondo libro di
questa annunciata trilogia.
Right…tanto era bello il primo, tanto è “inutile” questo
secondo tomo, che definirei <> (appunto) ; l’opera
manca di mordente,si chiacchiera un sacco e si produce poco,i personaggi
principali mancano di carisma e si aggiungono un fottio di pupazzi nuovi
che,tutto sommato,sono utili come un coltello quando si deve mangiare una
zuppa.
Lento,lentissimo,zeppo di chiacchiere inutili e in generale
poco scorrevole, sembra quasi che non sia stato Cronin a scrivere questo
secondo volume,ma un Ghost Writer alle prime armi. Mi piacerebbe davvero “sconsigliarvelo”
ma, per rimanere in tema, se avete letto “Il Passaggio”, allora purtroppo per
voi questo è un acquisto obbligato; potreste magari aspettare un po’ – le edizioni
economiche sono dietro l’angolo, perché davvero questo libro non vale per nulla
l’esborso.
Al prossimo post.
Ale
ps: se proprio non potete farne a meno, qui lo trovate ad un prezzo leggermente minore.
Nessun commento:
Posta un commento