1/13/2010

Mastro Titta

Forse,in qualcuno dei miei post,da quando ho iniziato questa piccolissima avventura nel Profondo Blu, si è potuto evincere qualcosa riguardo al mio lievissimo amore per Roma. Trovo che la città eterna, Caput Mundi, sia il posto più bello che il destino potesse assegnarmi quando sono venuto al mondo. Così,come si compete ad una città degna di questo nome,anche Roma è ricchissima di storie e leggende e, a partire da questo post e per diversi altri a seguire, ho deciso di raccontarvi gli aspetti meno noti e - a mio avviso, più affascinanti della capitale. Iniziamo con una lugubre leggenda,che ha per protagonista il più famoso - o almeno uno dei più famosi, boia della storia.

Giambattista Bugatti, ovvero Mastro Titta, è stato il penultimo boia di Roma.Eseguì un numero imprecisato di "giustizie" (diverse centinaia?) in 68 anni di carriera, tra il 1796 e il 1864. Nessun altro boia in nessun altro paese e tempo lo ha mai uguagliato. Si dice che ami passeggiare, alle prime luci dell'alba, intabarrato nel manto scarlatto da "lavoro", nei luoghi dove ha eseguito le sentenze, ossia ai Cerchi (davanti la chiesa di S. Maria in Cosmedin), al Popolo (Piazza del Popolo) e, soprattutto, al Ponte (piazza di ponte S. Angelo), dove è possibile vederlo davanti un'antica abitazione sita all'angolo tra Via Paola e Lungotevere degli Altoviti. Si dice anche che, a volte, offra una presa di tabacco a colui che incontra.
Ricordiamo, per inciso, che la tabacchiera, come il manto sono entrambi conservati al Museo Criminologico di Via Giulia, e che una presa di tabacco...Mastro Titta la offriva ai condannati poco prima di essere giustiziati.

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