9/22/2011

Alan Dean Foster - ALIENS






Buongiorno a tutti, buon Giovedì e ben ritrovati su queste pagine. Grazie al mio amico Joseph, un discreto gruzzolo e un po’ di buona fortuna, di recente ho messo le zampe su una copia del romanzo di Alan Dean Foster, “Aliens”, basato sulla sceneggiatura del film classe 1986 di James Cameron e,ad oggi, uno dei migliori film di fantascienza della Storia del Cinema, non chè mio favorito in assoluto (per quanto concerne l’Universo al di la di Star Trek,ovviamente). Per quei due pescatori di perle della papuasia che non conoscono la ormai mitica creatura partorita dalla mente geniale di H.R. Giger (che non è una bevanda analcolica, brutte capre che non siete altro : cliccate qui e allargate i vostri orizzonti) o che, cosa ancor più anomala, non hanno visto il film, vado a riassumerne la trama che, a grandi linee, è la stessa del libro (sia pur con piccole ma sostanziali differenze che delizieranno coloro i quali, come me,hanno visto prima il film e poi magari letto il libro).

In seguito alla disastrosa missione di ricerca della nave Nostromo, nave della Weyland e Yutani invasa da una creatura aliena che eliminerà l’intero equipaggio eccetto il tenente Ellen Ripley, quest’ultima – eliminato il letale invasore, si imbarcherà in una capsula di salvataggio, alla volta della Terra. Tuttavia, la piccola capsula perderà la rotta, vagando nello spazio per la bellezza di cinquantasette anni. In seguito ad una fortunosa missione di recupero, Ripley si vede accusata della distruzione della nave e la sua storia (l’atterraggio sull’asteroide LV426, il ritrovamento di una nave aliena, il contagio e quindi la morte di tutti i membri dell’equipaggio eccetto lei per mano…o per meglio dire per bocca…di un alieno) non trova suffragio nelle prove. Ripley rimane inoltre sconvolta nell’apprendere che almeno 70 famiglie vivono ora sull’asteroide, in una operazione di terraformazione. Degradata dal rango di tenente e costretta a continue visite psicologiche, Ripley (interpretata sul grande schermo da una Sigourney Weaver in grande spolvero), riprende la sua vita da dove l’aveva lasciata, afflitta da incubi mostruosi e con l’angoscia di aver perso la sua bambina, undicenne all’epoca della sua scomparsa e morta due anni prima del fortunoso ritrovamento.

Un giorno, Ellen riceve, nel suo piccolissimo appartamento, la visita di due persone. Il Tenente Gorman dei marines spaziali e Carter Burke, contabile della Compagnia W&Y. I contatti con LV-426 sono andati perduti e una squadra di marines è pronta all’imbarco…la compagnia richiede però anche la presenza di Ripley, in quanto unico essere umano ad aver avuto un ipotetico contatto con la forma di vita aliena presunta responsabile del silenzio radio della colonia; dopo una iniziale, violenta reticenza, Ellen decide di affrontare i suoi incubi e accetta di seguire i soldati in qualità di consulente e con il suo vecchio ruolo (cfr. tenente di corvetta) riabilitato a tutti gli effetti. E’a questo punto che conosce i “Colonial Marines”, soldati superaddestrati in possesso delle armi più tecnologicamente avanzati e Bishop, androide al servizio della compagnia; Ellen non nutre alcuna fiducia nei sintetici (cfr. persone artificiali,nd Bishop), in quanto nel suo viaggio sulla Nostromo fu proprio Ash, il sintetico di bordo, a violare le direttive base della sicurezza,facendo penetrare l’alieno nell’astronave. Il viaggio procede senza incidenti (“io e il mio gruppo ti proteggeremo : abbiamo armi atomiche e bastoni appuntiti”, cfr. Hudson) fino all’inospitale asteroide, ancora nel pieno della terraformazione; venti feroci e piogge torrenziali spazzano la superficie del planetoide, sul quale solo piccole installazioni risultano ancora attive e con un residuo energetico. I marines penetrano nel complesso alla ricerca dei coloni,ma trovano solo i resti e le spoglie di un’aspra battaglia combattuta in tutto il perimetro (“l’ultima difesa…dev’essere stato un fuoco d’inferno”. Hicks). Analizzando l’ambiente, i danni strutturali riportano rapidamente al racconto di Ripley, con alieni che hanno acido molecolare al posto del sangue; ora che la storia è confermata, la situazione muta drasticamente. I marines perdono l’aria di sufficienza e iniziano a guardare Ripley con rinnovato rispetto; guardinghi, riescono ad arrivare al centro medico, dove trovano due “facehugger” (i granchiacci responsabili della fecondazione forzata degli ospiti) ancora vivi. Mentre il gruppo li sta esaminando, il detector di movimento di Frost (uno dei Marines) rileva un segnale : spostandosi verso l’origine di tale segnale, trovano una bambina, Rebecca Newton, l’unica sopravvissuta dei coloni sull’asteroide. Interrogata dai marines, inizialmente la ragazzina sembra avere un blocco mentale : in realtà, con calma e pazienza, Ellen riuscirà a farla aprire, riuscendo in breve tempo a intessere un legame materno con la sopravvissuta. Nel frattempo,il marine Hudson (il mio favorito,nd AleNet), dopo aver rimesso in piedi parte dei computer della colonia, riesce a trovare i segnalatori piazzati sotto la pelle dei coloni : è il momento di scoprirne la sorte e i marines si recano molto in profondità nel sottosuolo della struttura. Qui, scoprono un ambiente ancor più alieno dell’asteroide stesso : l’intero settore è tappezzato di una sorta di resina vischiosa (“Sembra una specie di secrezione resinosa”, Dietrich. “Si,certo,ma secrezione di che cosa?”, Hicks) che ha letteralmente imbossolato la struttura. All’interno di questa specie di muco, i corpi dei coloni giacciono esanimi nelle posizioni più assurde, il torace sfondato come se fosse esploso dall’interno. Una delle vittime, una donna, si muove appena quando viene sfiorata da uno dei marines. Le sue uniche parole sono “Ti prego, uccidimi”, subito prima di un secco rumore d’ossa spezzate e di un mostro dentuto che le sfonda il torace; senza farsi prendere dal panico, il sergente Apone brucia il mostro prima che questi riesca a scappare (“Il lanciafiamme…il lanciafiamme,qua!”Apone). Le grida del piccolo abominio risuonano in tutto il complesso : gli Alien si sono svegliati e iniziano il loro silenzioso e letale attacco ai marines. Privati delle loro armi più potenti da un inefficiente Gorman, lo scontro appare fin da subito più che squilibrato. Frost, Crown, Wietbosky,Drake, Dietrich e lo stesso Apone periscono al primo attacco, massacrati dall’orda aliena. Solo grazie alla prontezza di Ripley, che penetra nell’alverare con il mezzo blindato, gli altri riescono a salvarsi ed a uscire dalla mortale trappola dove si sono ficcati.

Siamo ad un momento topico. Ripley propone di far saltare in aria l’intero complesso con una bomba atomica (“Io dico decolliamo…e nuclearizziamo…questa è sola sicurezza”, Ripley). Burke, l’uomo della compagnia,si oppone fermamente a tale scelta, dicendo che la compagnia ha speso milioni di dollari per quell’impianto e, cosa ancor più importante, “ci troviamo di fronte ad una specie importante e non credo che voi o chiunque altro abbia il diritto di sterminarla arbitrariamente”. La cosa suscita un po’ di discussioni, fin quando non è Hicks a dar l’ordine di evacuare e di distruggere il pianeta. Sfortunatamente, mentre Ferro e Spunkmeyer sono in volo per andare a recuperare i superstiti, un Alieno salito a bordo li uccide entrambi e la navetta si schianta al suolo a due passi dai sopravvissuti provocando una immane esplosione. All’incredulo gruppo non resta che ripiegare all’interno del complesso, dopo aver cannibalizzato i miseri resti della navetta. Una volta stabilito un quartier generale, scopriranno loro malgrado due cose : la prima, è che i soccorsi non arriveranno prima di 17 giorni standard. La seconda è che nello schianto, la navetta ha danneggiato seriamente una colonna refrigerante, provocando un danno talmente esteso da compromettere l’intera struttura : infatti, da li a 4 ore,l’intero complesso verrà inghiottito da una esplosione atomica (…”pari a circa…trenta chilotoni”, Bishop). Ripley allora ha una idea : allineando opportunamente i sistemi di comunicazione, Bishop potrà contattare la Sulaco e farsi mandare un’altra navetta. A questo punto d’attesa forzata, Ripley conduce Newt al centro medico, sperando di far riposare la bimba per un po’. Prima però ha un duro scontro con Burke : ha infatti scoperto che fu lui a mandare i coloni a scoprire cosa si celasse in una nave aliena dimenticata, quando sapeva benissimo che era impestata di alieni. Inoltre, Ripley è furibonda perché Burke vuole portare i due granchi sopravvissuti sulla Terra per venderli come arma biologica. Dopo un duro scontro verbale, Ripley se ne va a sdraiarsi accanto a Newt per sorvegliarla. Vinta però dalla stanchezza, anche lei si addormenta, per trovare al suo risveglio una sorpresa a dir poco sgradita. La porta del centro medico è sigillata, i due facehugger sono stati liberati nella sala e le telecamere sono spente. Dopo aver provato invano a rompere un vetro, la donna decide di attivare una fiammella accanto al rilevatore di incendi; mentre un’allarme sconquassa la struttura, i due granchi aggrediscono il tenente e la piccola. Ripley sembra avere la peggio : un facehugger si è avvolto alla sua gola e sta per impregnarla quando finalmente arrivano i marines e salvano le due, terminando gli alieni. A questo punto, tutti si rivoltano contro Burke, avendo saputo dei suoi piani da una incazzatissima Ripley (“facciamo secca sta mmerda figlio di puttana,adesso”, Hudson. “Lo sai,Burke,io non so proprio quale specie sia peggiore : loro non li vedi fregarsi l’un l’altro per una sporca percentuale”, Ripley).

Mentre il sintetico si adopera per portare a terra la navetta e Hicks sta per uccidere Burke (“Ok, lo ammazziamo…senza offesa, eh!” Hicks), gli alieni irrompono nell’edificio; nonostante la strenua resistenza posta dai superstiti, prima Hudson, poi Vasquez e Gorman cadono sotto gli assalti degli alieni. Burke viene rapito da un alien adulto, mentre Hicks, Newt e Ripley scappano attraverso i condotti di ventilazione. Durante l’ennessimo attacco, Newt scivola in un livello inferiore e, prima che Hicks e Ellen possano raggiungerla, un Alien la porta via. Ripley perde il lume della ragione,ma Hicks riesce comunque a farla ragionare; mentre i due vanno verso Bishop, un Alien li attacca ed Hicks viene gravemente ferito prima di riuscire ad abbatterlo. Trascinando il marine di peso, Ripley riesce a portarlo a bordo della navetta e a curarlo, ma ordina nel contempo a Bishop di non partire. Armandosi pesantemente, Ripley inizia la sua ricerca della piccola Newt, seguendo il segnale tracciante di un rilevatore datole da Hicks; durante la sua ricerca si imbatte in Burke, imprigionato nella resina e prossimo all’essere sventrato da un alieno che gli sta maturando dentro. Supplica Ripley di finirlo,ma lei non gli concede quella grazia : gli mette in mano una granata affinchè sia lui stesso a porre fine alla propria vita. Seguendo il segnale, Ripley si troverà di fronte ad una amara sorpresa : i resti del comunicatore di Newt sparsi in terra. Vinta dallo sconforto si accascia in lacrime ma un urlo – un urlo di una bambina, la riempe di nuove forze : seguendo le grida della piccola, la salva appena prima che un granchio riesca ad imbossolarla; purtroppo per le due, il luogo dove era stata portata la piccola è nel cuore del nido alieno : Ripley si trova infatti faccia a faccia con la Regina, una versione gigantesca di Alien. Sparando tutto lo sparabile (ma riuscendo appena a ferirla), Ripley riesce a scappare con in groppa Newt e, grazie a Bishop, a salire a bordo della navetta un momento prima d’essere ghermita dalla gigantesca aliena.

Come previsto, l’esplosione si verifica distruggendo il planetoide; Bishop riesce a portare la nave fuori dall’orbita, ricevendo i complimenti di una Ripley ricreduta nei confronti dei sintetici; tuttavia, a squassare questo momento di calma, ci pensa una lancia che trafigge alla schiena il povero androide; la lancia in realtà è la coda della Regina, salita a bordo prima dell’esplosione!Dopo aver spezzato in due Bishop, la Regina si dedica alla caccia di Ripley che, prontamente, sale dentro un Mach da carico per affrontarla. Dopo uno scontro corpo a corpo, umana e aliena cadono nel tunnel di scarico della nave;con uno sforzo sovraumano, Ripley aprirà il portello stagno, scaraventando fuori la regina e salvandosi all’ultimo secondo.

Finalmente, Newt può riabbracciare Ripley e dopo aver messo in ipersonno Hicks ed i resti di un malconcio ma ancora funzionante Bishop, il viaggio di ritorno verso la Terra può iniziare.

…Oghey.

Forse mi sono dilungato un tantino.Ma questo è dovuto al fatto che, oltre ad amare follemente tutto ciò che è Alien, riconosco a questa creatura il ruolo che ha, ha avuto e avrà nella Storia del cinema in generale e della fantascienza in particolare. Alien, in tutte le sue incarnazioni (videogames,film,libri,giocattoli et similia),ha segnato profondamente la Sci-Fi, rendendola quello che è oggi. Ridley Scott e James Cameron hanno messo su schermo quest’incredibile creatura, rendendola viva,vitale,violenta,astuta e incredibilmente affascinante. Il bravo Dean Foster ha trasposto su carta gli incubi visionari di questi due geniali registi, senza sfigurare; non ci si può aspettare di meno, da uno che ha collaborato alla stesura della versione romanzata di “Star Wars A New Hope”,nonché alla sceneggiatura del primo,mitico film di Star Trek classe 1979 (e alla serie animata…insomma,un genio,cacchio!). Certo, il libro è molto raro e non sarà facile scovarlo…ma se avete un po’ di tempo da perdere e qualche soldo da spendere,allora “Aliens”, non dovrebbe mancare nella vostra biblioteca per nessun motivo.

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