8/21/2006

Diario del capitano - Aggiornamento parte 4a

Ciao a tutti e buon Lunedi. Come avete passato l'ultimo fine settimana?Il mio è stato all'insegna del home-cinema. Mi sono (ri)sparato con somma delizia la trilogia de "Back to the future", oltre alla visione di un classico della fantascienza:"Bagliori nel buio", un film tratto dalla storia vera di uno dei più famosi rapimenti alieni della storia dell'ufologia. Da dimenticare, invece, "Dark Memories", un film che non vale neanche il supporto dove è inciso e che vi SCONSIGLIO caldamente.
Allordunque (!?), come promesso, vado a concludere il mio resoconto sulla vacanza egiziana. Eravamo rimasti al museo egizio del Cairo...sfortunatamente,non ho una documentazione fotografica con me, in quanto erano assolutamente vietati telefonini,video e fotocamere, ma spero di essere riuscito,in qualche modo, a farvi capire, nel bene o nel male, cosa si prova ad essere dentro un museo con tanti reperti di fondamentale importanza per la storia dell'umanità.
Sia come sia, anche li non sono mancati i personaggi che si sono fatti riconoscere. In primo luogo, il quartetto di tizie milanesi, non ha partecipato alla visita. Ora, io mi chiedo : spendi 95 euro per un viaggio di 7 ore, che vada da Sharm a Il Cairo, con visita annessa al museo...e poi non entri?Stai fuori con l'accuso. Davvero.
Una coppia di celebrolesi di Torino, non ha mancato di sottolineare come la guida si sbagliasse su molte cose - in primo luogo, sulla reale fattura della statua di Anubi - mentre vomitavano sopra a qualunque cosa.
Ma anche noi romani abbiamo avuto la nostra buona rappresentanza. Una coppia di romani beceri oltre ogni ragionevole dubbio, ha dato bella mostra di se fin dal momento in cui sono saliti sul bus. Lui, coatto antico con magliettina dodici taglie più piccola per risaltare il bicipite. Lei, truccata come per andare ad una sfilata di moda, avrà sicuramente passato almeno dodici ore per catturare ogni centimetro di seno da mettere in un balconcino che la rendeva quanto meno ridicola. Esemplari, due battute di questa candida signorina.
La prima, appena entrati nel museo : "Ooohhh...ma che questa roba l'hanno fatta gli Egiziani?". Capito?In Egitto, davanti al museo Egizio...non faccio commenti.
La seconda, quando ci siamo trovati nella sala dedicata alla madre di Cheope. La guida ci stava illustrando i vasi canopi, contenenti le VISCERE della signora. A questa parola, "Viscere", la piccola principessa ha esclamato: "Le VISCERE?Allora, ci sono i serpenti!". Anche questa volta, preferisco non commentare. C'e' un limite a tutto,anche al disprezzo.
Dopo la visita, le vie de Il Cairo ci hanno accolto con tutta la loro sconcertante diversità. La città, divisa in due dal Nilo, è l'inno alle discrepanze e alla diseguaglianza. Mentre la guida ci mostrava il quartiere "ricco" della città, dove una casa, sottolineava con orgoglio, poteva costare fino a 100000 euro (a Roma, forse, con la stessa cifra ci viene un box-auto all'Eur),dall'altra parte della strada c'erano centinaia di migliaia di case senza tetto, costruite in lamiera o con mattoni friabili quanto la farina...ed era comunque un lusso:i più poveri vivevano in cunicoli scavati sotto o in mezzo a tonnellate di rifiuti, dove trovavano asilo anche pecore e asini.
Moltissime persone non possiedono le scarpe, una buona fetta non ha vestiti. Il ristorante dove ci siamo nutriti prima della visita alle piramidi era al crocevia fra i ricchi e i poveri, fornendo così uno spettacolo davvero svilente.
Ora...avete presente, la Piramide Cestia, alla fine (o all'inizio, che dir si voglia) di via Ostiense? Ecco, cercate di immaginarvi la scena...uno passeggia allegramente per le vie di Roma, e si imbatte in una Piramide. Non è una cosa che si vede tutti i giorni,vero?
Allo stesso modo, l'allargamento sproporzionato de Il Cairo, ha fatto che si che, passeggiando per le vie della città, ad un certo punto, ci si imbatte nelle Piramidi, le quali sono praticamente state inglobate dall'urbanizzazione sregolata della capitale d'Egitto. Quando in televisione, vediamo quei favolosi documentari, dove in mezzo al deserto - la piana di Giza, che tanto piana, poi, non è - si vede il picco delle piramidi, con un sole rosso che vi tramonta alle spalle, siamo vittime di un elaborato inganno, innocente forse, e molto elaborato,di sicuro. Infatti, quello che si vede in tv, è vero solo da un lato, cioè quello inquadrato dalle telecamere e che, appunto,da sulla piana di Giza. Sugli altri tre lati della zona con le Piramidi, ci sono parcheggi, negozi di souvenir, mercatini, strade asfaltate e dozzine di pullman turistici.
Ora...riuscite ad immaginare la mia faccia, quando ho scoperto questa cosa?Eh...ridete,ridete.
In ogni caso, l'impatto con le piramidi è a dir poco mozzafiato. Impossibile descrivere a parole l'emozione che suscita la vista di tali, imponenti "documenti" storici, opere fenomenali di una civiltà ormai perduta, che viveva in stretta relazione con il cosmo, le stelle e le divinità. Alzare gli occhi verso la vetta della piramide di Cheope e scorgerne appena la sommità, poggiando le mani sull'enorme basamento a terra, è una esperienza che tocca gli angoli più remoti del cuore di un uomo; le pietre delle piramidi sono calde, roventi addirittura, piene di vita e di mistero, ed ogni centimetro di quella pietra ha sfidato il tempo, lo spazio, l'incuria e l'inciviltà dell'uomo, arrivando fino ad oggi, come eterna epitome di una maestà senza tempo.
Sfortunatamente,non tutti hanno avuto pietà di questi monumenti:le basi delle tre piramidi - Micerino, Chefren e Cheope - erano completamente rovinate, incise con graffiti, nomi e date dei visitatori di tutto il mondo. Nonostante la massiccia presenza della polizia locale, impegnata a prendere mazzette piuttosto che a controllare, non c'era una sola parte degli enormi blocchi alle basi delle piramidi che non fosse malamente deturpata. E va beh...transeat...particolarmente folcloristici,anche i cammellieri locali. Come i cinturioni al Colosseo, anche li, pagando, si poteva fare una foto a bordo di un cammello, o vicino ad esso. A differenza dei nostri figuranti,però,anche li la fregatura era in agguato:5 euro per salire sul cammello, e 25 per scendere, come ha constatato di persona una ragazza milanese che aveva deciso di ignorare i consigli della nostra guida, la quale raccomandava caldamente di stare alla larga dai disonesti cammellieri.
Il pezzo forte della visita, comunque, è stata la discesa nel cunicolo di Chefren, "proprietario" della seconda piramide; sfidando il caldo opprimente, io e VNSMatrix - pagando profumatamente,come ogni cosa in Egitto - ci siamo buttati in un tunnel inclinato di 50 gradi, alto meno di un metro. Non so stimare la profondità,ma vi assicuro che siamo scesi di moltissimo, prima di trovare un piccolo passaggio in piano e poi una salita, che ci ha condotto nella sala dove riposava il sarcofago di Chefren, rinvenuto nel 1818. Li, in quella magica sala, dove l'umidità dell'aria si aggirava attorno al 100%, ho poggiato le mani contro il muro...ed una lacrima ha solcato il mio viso, simbolo dell'incredibile commozione che ho provato nel trovarmi in quel luogo sacro e mistico, al di la del tempo. Ho respirato l'aria rovente carica di Storia, il mio cuore pulsava all'unisono con la magia di quel sepolcro pieno di insvelabili misteri. Il coronamento del mio sogno di bambino, ovvero trovarmi al cospetto dell'edificazione materiale dell'ingegneria extraterrestre, era giunto al suo culmine.

Riemersi dal cunicolo, devo ammettere che l'aria torrida del deserto (considerate che erano circa le 14, ed un sole rovente incendiava il pianoro attorno le piramidi), mi sembrò addirittura fresca.
Dopo aver digerito malamente i commenti dei miei compagni di viaggio sulle piramidi (chi ha avuto il fegato di scendere, è rimasto deluso, nel constatare che c'era "solo" un sarcofago vuoto...ma che cazzo si aspettavano di trovare, sti bifolchi?), siamo risaliti sul pullman e,dopo una rapida sosta su un avvallamento che permetteva di vedere dall'alto il trio di piramidi - dove, molto saggiamente, avevano posto una sorta di mercatino - ci siamo alfine diretti alla Sfinge.
La vista della signora comodamente stesa sulla sabbia del deserto è stata impagabile. Una cosa è vederla in foto, o in tv, ma dal vivo la sua imponenza fa venire la pelle d'oca. Sfortunatamente, non è stato possibile avvicinarsi troppo, perchè a causa dei continui danneggiamenti dei turisti (bastardi), era stato disposto una sorta di cordone di sicurezza che non permetteva di avvicinarsi a più di cento metri.
Lasciare la Sfinge e le Piramidi mi ha rattristato molto, anche perchè ci siamo di nuovo ritrovati nell'osceno splendore de Il Cairo...ed il viaggio di ritorno è stato una piccola odissea : fra il gelo polare, malanni vari, bagni danneggiati e soste in improbabili autogrill locali, quando alla fine ci siamo trovati in hotel (era ormai quasi l'una del mattino), eravamo a dir poco stremati.
...Anche per questo resoconto, è tutto...concluderò nel prossimo post, il mio racconto.
Buon proseguimento e buon lavoro, a tutti!
ps:sfortunatamente,non è ancora possibile mettere delle immagini...spero che risolvano presto questo problema!

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