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Il terremoto del Cile ha modificato l'asse di rotazione della Terra ed ha accorciato i giorni. A renderlo noto all'ADNKRONOS è Antonio Piersanti, direttore sismologia e tettonofisica dell'Ingv, che conferma così i dati rilevati dalla Nasa.
"E' noto da diversi decenni - spiega - che i grandissimi terremoti hanno un impatto, anche se molto piccolo, sull'asse di rotazione terrestre. Tra l'altro l'Italia è all'avanguardia in questi studi, perché ci sono pochi gruppi di ricerca nel mondo che se ne occupano e uno è italiano".
"Un terremoto come quello del Cile - dice - sposta l'asse di qualche centimetro. Come ha rilevato la Nasa si tratta di 7-8 centimetri. Questo sisma ha agito anche sul periodo di rotazione della terra intorno al suo asse diminuendolo di una quantità pari a 1 e 2 microsecondi. Si tratta - evidenzia - di valori che non hanno nessun impatto pratico macroscopico, ma valori su cui è importante soffermarsi perché lo studio di questi fenomeni ci permette di capire meglio la dinamica profonda del pianeta Terra e quindi di studiare la sua futura evoluzione".
La differenza è stata calcolata dallo scienziato della Nasa Richard Gross tramite un modello matematico complesso. Secondo Gross la zolla di Nazca, che subduce sotto quella sudamericana e ha generato il terremoto cileno, ha spostato masse verso l'interno della Terra determinando una maggiore velocità di rotazione e quindi un accorciamento della durata del giorno: per la precisione 1,26 microsecondi, ossia 1,26 milionesimi di secondo. Il terremoto ha avuto conseguenze anche sull'asse di rotazione che, secondo Gross, si è spostato di 2,7 millisecondi di arco, pari a 8 centimetri.
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