11/24/2011

Smallville,alla fine.

Lois Lane prima della cura SmallVille...e Lois Lane,qui sotto,dopo la cura.



Alla via così. Un’altra epopea televisiva s’e’ chiusa, con la puntata 22 della stagione 10 di “Smallville”, serie patrocinata dalla Warner Bros che racconta la giovinezza dell’Uomo d’Acciacio,conosciuto al grande pubblico con il nome di SuperMan,aka Clark Kent,aka Tom Welling.

Immagino che io possa essere annoverato nella schiera dei fan “dell’ultimo minuto” di questo telefilm, avendolo scoperto per puro caso meno di tre anni fa,durante un tedioso pomeriggio,su Italia 1. Girai sul canale proprio mentre iniziava la sigla d’apertura (Save Me – Remi Zero) e,colpito dalla musica,rimasi a guardare l’episodio;alla fine,tutto sommato ne rimasi abbastanza colpito. Successivamente,mi capitò di vederlo diverse altre volte (ammetto anzi che a un certo punto me lo andavo addirittura a cercare) e l’acquisto dei cofanetti divenne una sorta di passaggio obbligato. Smallville,almeno fino all’ottava stagione, come serie si è difesa egregiamente; pur non essendo priva di difetti e con una linea temporale spesso falsata rispetto alle pellicole, gli sceneggiatori hanno saputo trasporre su schermo le sfide quotidiane di un semi-dio in terra che lotta per manterenere la pace da una parte e mantenere il suo segreto dall’altra. Purtroppo,ad un certo punto,il segreto di Clarke diventa il classico segreto di Pulcinella, dove tutti sanno ma nessuno parla; l’uscita di scena di Lex Lutor e la fine della storia con Lana – in favore di quella meno tormentata (e non fedele alla storia pensata da Jerry Siegel e Joe Shuster) con Lois Lane, fa scivolare la serie verso una sorta di “Beautiful con Alieni”, scivolando in un sentimentalismo melenso che sacrifica troppo spesso l’Azione in nome di un Amore reso fin troppo banale e a tratti snervante.

La decima e ultima stagione è il trionfo del buonismo, rendendo ogni episodio non solo poco credibile,ma anche decisamente noioso; Clarke perde i poteri ad ogni battito di ciglia,i personaggi mentono (o omettono) informazioni come se piovesse e,nel complesso,anche la doppia puntata “Finale” (questo è il titolo)non risolleva minimamente il tono del serial,seppellendolo sotto un fiume di cazzate delle quali, francamente,se ne sarebbe fatto volentieri a meno. L’unica cosa degna di nota è che,proprio nelle battute finali, il novello SuperMan non solo indossa il vestitito che lo ha reso famoso nel mondo,ma finalmente spicca il volo,per mettere fine alla minaccia della Forza Oscura. I pezzi della storia non collimano con quanto visto nei fumetti – almeno non in massima parte, e il finalino con Lex presidente nel 2018 e Lois e Clarke che si ignorano in ufficio mentre segretamente si amano,lascia veramente il tempo che trova.

Secondo me,c’e’ un momento in cui una serie DEVE terminare; quel momento,per SmallVille,sarebbe dovuto arrivare entro la settima stagione,magari concentrando alcuni avvenimenti senza scadere in quella sdolcinata parodia amorosa che ha ucciso,letteralmente,tutte le buone idee messe in campo dalla produzione (che va in mano allo stesso Welling nelle ultime 3 serie…come direbbe VNSMatrix, “No Surrender!) Questa moda di “autoprodursi”, dopo che una serie è decollata e relativamente divenuta famosa,è sempre andata molto di moda : da Smallville a Walker Texas Ranger, il desiderio di continuare a spremere un marchio diffuso pare diventare un’opzione a cui non si può resistere.

Un vero peccato : per un sacco di tempo,SmallVille ha superato largamente il suo diretto rivale “Lois & Clarke” ed è stato un telefilm più che gradevole; portarlo avanti così a lungo ne decreta il parziale insuccesso e, di rimando,la brutta delusione. Peccato, davvero.

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