3/20/2008

Riciclo

E non mi cacate il cazzo,oggi.
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La 26a Ora.

- Sì…vaffanculo anche tu - Affanculo io? Vacci tu! Tu e tutta questa merda (però...é molto peggio Milano,o Napoli),di città e chi ci abita. In culo ai mendicanti che mi chiedono soldi e che mi ridono alle spalle. In culo ai lavavetri che mi sporcano il vetro quasi pulito di Jadzia, o che campano mettendo le loro teste di cazzo fin dentro l'abitacolo,per estorcere qualche centesimo alle ragazze in macchina da sole. In culo ai Sikh e ai Pakistani, che vanno sulla Colombo a palla con le loro auto decrepite…puzzano di sudore e di prosciutto stantio da tutti i pori; mi mandano in paranoia le narici… aspiranti terroristi, E RALLENTATE, CAZZO! In culo agli africani di San Paolo, che girano a torso nudo e che se lo succhiano a vicenda nei miei parchi,facendo falò ed altre immonde oscenità lasciando ovunque la loro immondizia. In culo ai bottegari Cinesi, con le loro piramidi di frutta troppo cara, con i loro fiori avvolti nella plastica: sono qui da 10 anni e non sanno ancora mettere due parole insieme (ciao,grassia...tutto pene?OOhhh,io capito...ma che hai capito,non capisci un cazzo di niente). In culo ai Russi attorno al raccordo, mafiosi e violenti, seduti nei bar a sorseggiare il loro tè con una zolletta di zucchero tra i denti; rubano, imbrogliano e cospirano…tornatevene da dove cazzo siete venuti! In culo agli Ebrei Ortodossi, che vanno su e giù per la Laurentina nei loro soprabiti imbiancati di forfora a vendere diamanti del Sudafrica dell’appartheid. In culo ai rumeni che campano di elemosina,sfruttando il sorriso di cani innocenti. In culo agli agenti di borsa di Milano, che pensano di essere i padroni dell’universo; quei figli di puttana si sentono come Michael Douglas/Gordon Gekko e pensano a nuovi modi per derubare la povera gente che lavora. Sbattete dentro quegli stronzi della Enron a marcire per tutta la vita… e Bush e Chaney non sapevano niente di quel casino?! Ma fatemi il cazzo di piacere! In culo alla Tyco, alla ImClone, all’Adelphia, alla WorldCom. In culo ai Portoricani: 15 in una macchina, guidata a cazzo di cane perchè se si sfonda non gliene fotte una mazza:ne rubano un'altra e alla via così.Peccato però che nessuno di noi abbia la stessa possibilità… e non fatemi parlare dei pipponi dei Dominicani: al loro confronto i Portoricani sono proprio dei fenomeni. In culo agli zingari di periferia, con i loro capelli impomatati, le loro tute di nylon, le loro medagliette di Sant'Antonio, che agitano la loro mazza da baseball firmata Jason Giambi, sperando in un’audizione per I Soprano,mentre molestano qualche quindicenne indifesa. In culo alle signore dei Parioli, con i loro foulard di Hermesse e i loro carciofi di Calducci da 50 dollari: con le loro facce pompate di silicone e truccate, laccate e liftate…Non riuscite a ingannare nessuno, vecchie befane! In culo ai negri di mezzo stivale, che percepiscono una pensione sociale di 550 euro,dopo 5 anni di clandestinità. Arrivano sui gommoni,costano miliardi di assistenza e impegno delle forze dell'ordine,rubano,si prostituiscono, poi si girano e danno la colpa al razzismo dei bianchi. La schiavitù è finita centotrentasette anni fa. E muovete…le chiappe, è ora! In culo ai poliziotti corrotti che impalano i poveri cristi e li crivellano con quarantuno proiettili, nascosti dietro il loro muro di omertà. Avete tradito la nostra fiducia! In culo ai preti che mettono le mani nei pantaloni di bambini innocenti. In culo alla Chiesa che li protegge, non liberandoci dal male. E dato che ci siamo, ci metto anche Gesù Cristo. Se l'è cavata con poco. Un giorno sulla croce, un weekend all'inferno, e poi gli alleluja degli angeli per il resto dell’eternità. Provi a lavorare 12 ore al giorno,per mille euro al mese. In culo a Osama Bin Laden, a Al Qaeda e a quei cavernicoli retrogradi dei fondamentalisti di tutto il mondo. In nome delle migliaia di innocenti assassinati, vi auguro di passare il resto dell'eternità con le vostre settantadue puttane ad arrostire a fuoco lento all'inferno. Stronzi cammellieri con l'asciugamano in testa, baciate le mie nobili palle romane!In culo a questa città e a chi ci abita. Dalle casette a schiera di Lavinio, agli attici di piazza di spagna, dalle case popolari di Tor Bella Monaca, ai loft di viale manzoni, dai palazzoni dell'Eur alle case di merda fuori dal raccordo, e a quelle a due piani di ricchi signori raccomandati. Che un terremoto la faccia crollare. Che gli incendi la distruggano. Che bruci fino a diventare cenere, e che le acque si sollevino e sommergano questa fogna infestata dai topi, da venditori di cultura corrotti che sfruttano la gente, e da raccomandati incapaci di pulirsi il culo da soli.

Pausa Caffè.

“Ao’?”“Ao…che stai a fa?”“Sto a lavorà”.“Lassa perde. Arivo.”“Fra quanto?”“Boh…10 minuti,sto li”.“Coffee Break?”“Ovvio”.“Vabbhone,t’aspetto”.“Arivo.Cià”“Cià”.E si mette in posizione d’attesa, quella sorta di stand-by mentale che fa apparire un punto rosso tanto sul cranio,quanto sul televisore. Intanto continua a farsi la lampada. Con i monitor. Fa un sospiro lungo un eternità,mentre decine di pensieri gli passano per la testa. Li sfida, contando i monitor presenti sulle scrivanie. Uno, due, tre, quattro,cinque, sei. Però. Sei monitor, per sei computer, per una persona sola. Sorride fra se. Non dovrebbero pagarlo per sei? Intanto alla porta del suo cervello bussa il pensiero di lei, la Musa, che vuole entrare.Normalmente, lo lascia passare senza problemi. Oggi è nervoso. Anzi, nervioso, si dice sorridendo di nuovo, mentre si accarezza il pizzo e sostituisce il di lei pensiero, con quello di una lametta mach3 che presto porterà sollievo alla pelle irritata.“Quanto è passato?”, pensa, mentre guarda, in una frazione di secondo, l’orologio di sistema e l’orologio sul cellulare. Due minuti. Ancora un po’. Di solito, è puntuale. Anzi, è svizzero.Le Marlboro Medium sono sulla scrivania. Il telefono, i soldi, l’accendino, le chiavi del cassetto. Tutto regolare.“Sbrigati. Ho voglia di nicotina, di caffeina e di sorridere un po’”.Fa fare un mezzo giro al pacchetto di sigarette; normalmente, odia quel tipo, ma le sue rosse favorite oggi erano merce rara. Anzi, introvabile.“E ci ho speso pure 50 cent in più…”, dice a bassa voce, mentre brama la sua dose di nicotina.Qualcuno ascolta un mp3 di un tizio che grida contro una che l’ha fatto soffrire.“Benvenuto nel club,bello mio”, pensa amaramente. “Aho,ci siamo”.Le penne sul tavolo vibrano all’unisono con la vibrazione del cellulare.Un gesto fluido, fatto centinaia di volte, per sette lunghi anni. Attacca il telefonino, impugna la cornetta, fa il numero. Un automatismo. Ovvio. Normale. Semplice. Necessario.“Aho?”“Aho,sto sotto”.“Arivo.Cià”“Cià”.Blocca il pc. Blocca l’altro pc. Blocca tutti i pc. Nessuno si azzarda a toccare nulla,ma è,come l’altro,un automatismo. Lineare. Naturale.La giacca. Fa freddo.“Tu hai freddo,Musa?”, si chiede, maledicendosi subito dopo per averla fatta entrare. Anche quello è un automatismo. Farla entrare. Sopratutto in quei rari casi in cui non vorrebbe.Il corridoio illuminato lo disturba. Non ha mai amato le luci al neon, che regalano uno strano alone giallastro a tutte le cose.Niente ascensore, per scendere. Spesso, neanche per salire. Un po’ di moto. Rassoda i glutei, dicono. Che buffo. Vabbeh,sono due piani. Che vuoi che sia?L'ingresso ribolle di aria rovente, in netto contrasto con l’aria gelida e affumicata dagli autobus, che lo aspetta fuori.“Aho, bella”. Un abbraccio, un bacio. E’sempre un piacere.“Che dichi?” fa uno.“Che dichi?” gli fa eco l’altro.“Ho la fava ridotta ad un colabrodo”.“Idem”.“Piamose sto ginseng, va”.Il bar è vuoto. Fortuna. Uno dei due è allergico alla folla, l’altro alle attese. O forse, entrambi sono allergici ad ambo le cose. Quindi, è già una vittoria.Il calore del caffè abbraccia lo stomaco. Uno pensa a quanto vorrebbe che la Musa lo prendesse con lui, o con loro. L’altro pensa a quante volte ha preso quel caffè e a quante volte si è sentito solo davanti alla tazzina. Si può soffrire di solitudine anche dentro un bar, con un bicchiere fumante di liquido nero che aspetta solo di essere bevuto.Si parlano.Di tutto e di niente.Sono Amici. Amici veri. Fratelli. Di Sangue. Legami imprescindibili che vanno oltre il Tempo, oltre l’età, oltre le differenze e le esperienze passate.Ridono.Sbuffano.Si guardano.Ridono ancora.Nonostante tutto, e per tutto.Il tempo è già scaduto.Il lavoro chiama, il bisogno primario di realizzarsi, pure.Si salutano, ridendo ancora.Trovano conforto nel sapere che l’Altro c’e’.Comunque vada. Qualunque cosa accada.Tornano al lavoro, con la sicurezza di avere qualcuno su cui contare.Prima di salire in macchina, uno si guarda indietro e pensa: “Grazie, fratè…se non ci fossi tu…”Nello stesso istante, l’altro sta facendo le scale. E sta pensando la stessa,identica cosa.La pausa caffè è finita, ma il Sorriso è rimasto.Ed è un'altra vittoria.Aspettano il prossimo caffè.

CHI C'E' AL VOLANTE?

Io Amo la mia città. Roma è la capitale del mondo,la più bella e affascinante città,di tutte quelle che ho visitato nella mia vita. Però, quando piove, devo ammettere che non si può circolare. Non solo perchè le strade diventano impraticabili - parlando a livello di manto stradale, ma soprattutto perchè,non appena cadono due gocce d'acqua, appare la creatura più letale nella storia dell'automobilismo : il Guidatore Occasionale,nelle sue varie, raccapriccianti incarnazioni. Mentre nell'ultimo anno - e chi guida lo sa bene, il volume di auto in circolazione è praticamente raddoppiato, così non è stato,purtroppo,per la qualità delle strade prima, e per la qualità degli autisti,poi.
Torniamo però alla fenomenologia del terribile Guidatore Occasionale. Questo strano,particolarissimo essere velenoso e dal quoziente intellettivo pari a quello di un cannolo, ha mille facce ed è un pericolo costante per la specie del Guidatore Razionale. Vediamo di squarciare il velo di ignoranza che copre questa specie, cercando così di cautelarci quando siamo alla guida.
La più recente scoperta scientifica nell'ambito dello studio di queste subumane forme di vita, è costituita dal Guidatore Occasionale Giovane. Questa sorta di paramecio dal volume cranico unicellulare, tanto nella sua versione maschile che femminile, affolla le strade romane da circa un anno. E'munito di quel sottoprodotto autostradale che sono le macchinette '50, una vera trappola mortale che, oltre a raggiungere una velocità pari a quella di una lumaca zoppa, sono anche inquinanti, pericolose per chi le guida (grazie ad un esoscheletro in vetroresina...VETRORESINA,cazzo!), e ancor più pericolose per chi ci sta intorno, grazie alle peculiarità del Guidatore Occasionale Giovane. Il becero, infatti, non solo non conosce minimamente le regole stradali ma,poichè non sa leggere, ignora anche cosa siano quei misteriosi simboli arcani affissi a pali sovente di colore grigio, conosciuti ai più come Cartelli o Segnali Stradali. Il G.O.G., tende a viaggiare in mezzo alla carreggiata, ostruendo il passaggio a destra e a sinistra; non conosce l'uso della freccia - la accende solo per utilizzarla come luce psicotropa,grazie alla sua intermittenza - e molto spesso riempie di graffi la sua "vettura" e quelle limitrofe,mentre è occupato in quella difficilissima manovra che è nota come "Parcheggio".
Il G.O.G. maschio è essenzialmente un codardo: ha atteggiamenti da coatto antico ma, appena uno accenna un minimo di reazione, esso si richiude a mo' di riccio, profondendosi in mille scuse.
La G.O.G. femmina, che si crede protetta dal suo status di appartenenza al genere femminile, guida con un occhio alla strada ed un altro allo specchietto, per esser certa di avere i capelli a posto. Quando le si fa gentilmente notare che no, non è possibile mettere la macchina di taglio in tripla fila perchè su quella cazzo di strada ci passa a malapena uno scooter, essa si produce in epiteti tali da far impallidire il più incallito degli scaricatori di porto.Insulti come "stupida puttana"sono acqua di rose per la G.O.G.,quindi la sola cosa sensata da fare è superarla, magari alzando il dito medio mentre lo si fa (la G.O.G. conosce il linguaggio dei gesti meglio della lingua parlata).
Altra categoria del G.O., è quella del Guidatore Occasionale da Pioggia, conosciuto in ambito scientifico come G.O.P. Quest'essere a metà fra il centauro e la scimmia, quando il meteo lo permette,vive la sua esistenza su due ruote; tuttavia,quando Giove Pluvio fa sentire la sua influenza, il G.O.P. decide di abbandonare casco e guanti, in favore della sua carrozza a 4 ruote. Sfortunatamente, i neuroni nel cranio di tale essere non riconoscono la differenza fra una moto ed una automobile, quindi il G.O.P. crede - a torto - che può fare le medesime cose,al volante, di quando sta in sella al suo scooter, o moto che sia. Questo comporta: andare contromano, mettere la freccia a destra per poi girare a sinistra e viceversa, fermarsi in mezzo alla strada senza motivo, guidare con il pedale del freno costantemente premuto, parcheggiare in doppia/terza/quarta fila, passare con il rosso, posteggiare in modo tale da occupare 4 posti ed altre amenità. Il G.O.P. è riconoscibile dal fatto che la macchina gli si spegne ogni volta che riparte, ed anche dal fatto che partire in salita è una operazione proibitiva o, ancora, dalla totale mancanza del rispetto della distanza di sicurezza.
Terza categoria del G.O., è quella, egualmente pericolosa rispetto alle due succitate, del Guidatore Occasionale da WeekEnd, conosciuto come G.O.W. .Quest'essere mutaforma, durante la settimana, si sposta - saggiamente, con i mezzi pubblici, intesi come metrò, bus e taxi. Purtroppo, per via di una misteriosa forma di senilismo recrudescente, nel fine settimana il G.O.W. decide malamente di mettersi al volante, intasando la città. Guidare è un arte che si impara con il tempo. Portare una vettura è grosso modo alla portata di tutti, ma GUIDARE è decisamente un'altra cosa. Il G.O.W. è purtroppo convinto che, avendo quel documento che risponde al nome di patente, è abilitato a mettersi su quattro ruote; nei fine settimana, è possibile vedere orde di G.O.W. con gli occhi sbarrati alla guida, epilettici mentre cercano di districarsi ad un incrocio su una banalissima strada a doppio senso, generando una fila tale da far sembrare la Coda per la Bocca di Ade, un Paradiso sulla Terra. Il G.O.W. è pericoloso perchè fondamentalmente non conosce le strade e, per percorrere un dato tratto, segue lo stesso percorso (e sovente le stesse fermate) dell'Autobus che lo porta sul luogo di lavoro o di svago, producendosi in un giro assurdo di 3 ore, per fare mezzo chilometro. Il G.O.W. è una autentica mina vagante, mentre lo si vede guardare pericolosamente i cartelli, i nomi delle vie e i semafori, ignorando totalmente che, dietro, di fianco e davanti, ci sono milioni di altre macchine i cui autisti non possono sapere che il G.O.W. sta per compiere una inversione a U degna di Miami Vice.
Quarta ed ultima categoria, che racchiude tutte...TUTTE...le peculiarità biologiche e tecnologiche delle altre tre specie, è il temibile G.A.P., ovvero il Guidatore Assiduo e Pericoloso. Questi esseri, che sono la maggioranza, portano regolarmente il loro culo su quattro ruote, ma ignorano totalmente (oltre al vivere civile), le più elementari regole di guida e di buona creanza. Maleducati, distratti, impediti, boriosi e potenzialmente pericolosi, gli esseri appartenenti al G.A.P sono ovunque, dalle metropoli alle vie del più piccolo paese di provincia. Sono una minaccia per loro stessi, per chi ha il coraggio di stare in macchina con loro e, ancor di più,per chi circola nelle loro vicinanze.
Ora che lo sapete...mi raccomando...fate attenzione
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