E'sulla cima di quella montagna,
nel pianoro solcato dal vento
ai margini di un precipizio,
che ho visto un fiore
sfidare la furia degli elementi
e sbocciare, fiero, sotto i raggi di un sole morente.
Ne ho toccato i petali,
e la pelle, antica macchina di memoria ancestrale,
ha salvato indelebilmente il ricordo
di un profumo antico quanto le ossa della Terra.
Amore, quel fiore,
il suo candore, la sua fragile forza,
la passione con la quale lottava per la Vita,
è dentro di te,nel tuo cuore gentile,
nel soffio avvolgente della stella del mattino.
Mi sono seduto davanti a quel piccolo miracolo,
rimirandolo come si ammira un'opera d'arte
della quale non si coglie appieno il senso,
tanta è la sua dolorosa perfezione.
Ho desiderato reciderlo e portarlo via con me,
ma alla fine,
esausto e fra mille lacrime di ghiaccio,
l'ho lasciato sul pianoro,
circondato da tanti steli bramosi
di folta erba gentile.
Mille nuovi fiori lo avvolgeranno in un abbraccio,
ma io saprò sempre distinguerlo,
come ho riconosciuto te,
fra mille mondi alieni,
fra mille persone,
su mille pianori,
in mezzo a mille fiori,senza il tuo profumo.
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