La Phoenix è atterrata su Marte : Fonte LaStampa.it (link).
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La sonda aerospaziale Phoenix è atterrata su Marte. Lo annuncia la Nasa sulla base di un segnale radio. L’operazione è avvenuta con successo, assicura l’ente spaziale americano. Si è conclusa positivamente un’altra notte di sofferenza per i tecnici della Nasa: le ultime ore sono state decisive per sapere se i 420 milioni di dollari investiti nella sonda "Phoenix", ultima arrivata nella famiglia delle esploratrici di Marte, non sono stati spesi inutilmente. Il Pianeta Rosso è assai poco ospitale: solo la metà delle sonde orbitali o al suolo lanciate dal 1964 ad oggi è riuscita a sopravvivere; se la storia di "Spirit" e "Opportunity", i due Mars Rover della Nasa lanciati nel 2003, è un successo al di là di ogni aspettativa (la vita operativa prevista era di soli sei mesi) il suolo marziano è disseminato di rottami di macchine meno fortunate, ultima la Mars Odyssey dell’Esa. Come spiega il dirigente della Nasa Ed Weller, atterrare su Marte «non è come far visita a casa della nonna»: tanto più che dato il peso della strumentazione, la sonda è sprovvista di un sistema di protezione airbag e ha dovuto confidare sul fatto che l’area scelta per l’atterraggio è una delle meno rocciose del pianeta. "Phoenix" sarà la prima a esplorare la zona artica del Pianeta Rosso, alla ricerca di tracce - probabilmente solo fossili - di vita unicellulare. Le missioni fin qui lanciate verso Marte hanno accertato che l’ipotesi dei geologi, ovvero che il Pianeta Rosso abbia in passato ospitato degli oceani, è corretta: rimane appunto da vedere se tale situazione sia durata abbastanza a lungo da permettere lo sviluppo di forme di vita unicellulari, che potrebbero avere lasciato delle tracce fossili. La massa del pianeta è troppo esigua per trattenere un’atmosfera significativa, e temperatura e pressione atmosferica sono dunque attualmente troppo basse per permettere la formazione di H2O in forma liquida alla superficie (il ghiaccio è possibile, ma sublima direttamente in vapore di ghiaccio, rilevato dalle sonde orbitanti). È tuttavia possibile che sotto la superficie, dove pressione e temperatura sono maggiori, possano essere rimaste delle sacche di acqua in grado di aver conservato anche forme di vita elementari. Il progetto a lungo termine della Nasa, come delineato dalla Casa Bianca, è quello dell’esplorazione umana di Marte, con la possibilità di costruirvi una base permanente: la conseguenza sarà il presumibile abbandono delle missioni shuttle dopo il 2012 per concentrare risorse (e quindi costi) sulla costruzione di un Crew Exploration Vehicle (Cev), attualmente poco più di una sigla. Le difficoltà tecnologiche sono infatti enormi: se per arrivare sulla Luna occorrevano tre giorni, un viaggio su Marte si traduce in mesi di viaggio, alle accelerazioni permesse dalla fisiologia umana (il che significa anche sottoporre un piccolo numero di esseri umani a una convivenza di mesi in uno spazio piuttosto ridotto); l’equipaggio sarebbe quindi esposto a radiazioni cosmiche per un periodo molto più lungo del normale, il che imporrebbe delle speciali protezioni che non farebbero che aumentare il peso della navicella, a scapito del carico utile.
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I messaggi al neutrino degli Alieni - Fonte : Corriere.it (link).
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WASHINGTON – Decenni spesi a sondare le profondità dell'universo con telescopi super tecnologici nel tentativo di captare segnali radio a testimonianza dell'esistenza di forme di vita intelligenti diverse dalla nostra. Finora, di fatto, senza successo. Così, adesso, un dubbio assale il mondo della scienza: e se gli extra terrestri stessero cercando di comunicare con noi in un altro modo, che nulla ha a che vedere con i fotoni e l'elettromagnetismo?
ATTRAVERSO LA MATERIA – Come riferisce Physics World, i ricercatori statunitensi sono convinti che valga la pena di cambiare strategia e prendere in considerazioni altre possibilità, a cominciare da quella che gli alieni ci stiano inviando dei segnali tramite neutrini, ovvero particelle elementari senza carica elettrica e dalla massa estremamente piccola, che interagiscono con la materia circostante solo raramente, riuscendo quindi ad attraversarla indisturbati. A sostenere questa teoria sono il professor John Learned e i suoi colleghi della University of Hawaii, convinti che una forma di vita extra terrestre avanzata potrebbe di fatto sfruttare tali particelle per l'invio di messaggi attraverso la Via Lattea. Messaggi che potremmo captare grazie a un mega-detector di neutrini.
I NUOVI TELESCOPI – Uno strumento del genere non è certo di facile realizzazione, ma gli scienziati ritengono che la nuova generazione di rivelatori come il telescopio IceCube, attualmente in costruzione al Polo Sud, permetteranno di intercettare la comunicazione interstellare che viaggia sui neutrini. «Dobbiamo continuare a cercare" ha dichiarato Learned, fiducioso che - un domani - saremo abbastanza evoluti da riuscire ad ascoltare i messaggi di civiltà più progredite della nostra».
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Un corso per comunicare con gli Alieni - Fonte : Messaggero.it (link)
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NEW YORK (16 maggio) - Se domani gli uomini scoprissero una civiltà aliena, sarebbero in grado di comunicare? L’università del Wyoming sta cercando una strada per prepararci a questo improbabile avvenimento, e ha inaugurato un corso di «Composizione di messaggi interstellari». Gli studenti esplorano vari mezzi di comunicazione, incluso i suoni, gli odori, la matematica. A loro viene chiesto non solo di trovare il modo di spiegare agli abitanti di un altro pianeta che cosa sia la civiltà dell’uomo, ma anche di porre loro una serie di domande che ci aiutino a capirli a nostra volta. All’inizio del corso, i ragazzi devono descrivere l’umanità senza superare un tetto di 250 parole, poi ne vengono loro concesse 50, infine 10. Un ragazzo ha così riassunto l’umanità: «Noi siamo una specie adolescente in cerca della sua identità». Un altro è stato molto più elementare: «Due braccia, due gambe, una testa, un torso, siamo simmetrici». Quanto alle domande che propongono di porre agli alieni, queste sono le prescelte nell’anno accademico che si sta concludendo: 1) Se provate paura, di cosa avete paura? 2) Qual è lo scopo ultimo della vostra specie?3) Come possiamo prolungare l’esistenza della nostra civiltà?4) Che cosa vi fa provare felicità?5) Cosa dovremmo sapere? L’università lavora in collaborazione con l'agenzia spaziale Nasa e con il Seti, l’Istituto per la "Ricerca di Intelligenze Extraterrestri" che dal 1984 si dedica a studiare l'origine e la natura dell'universo. Alla fine del corso, le soluzioni offerte dagli studenti vengono prese in esame dalle due associazioni, e un giorno potrebbero essere utilizzate a bordo di astronavi o per lanciare segnali nello spazio.L’idea di cercare un modo per comunicare con eventuali altre forme di vita nel resto dell’universo non è certo una novità. Nel 1977, la Nasa caricò a bordo delle sonde interplanetarie Voyager 1 e Voyager 2 un disco di rame con incisi suoni, calcoli matematici, immagini. Le due Voyager hanno lasciato il sistema solare da vari anni e viaggiano nello spazio profondo. Forse fra centinaia, o migliaia di anni, verranno raccattate da qualcuno. Ma secondo il professor Douglas Vakoch, del Seti, nei dischi che le sonde portano a bordo si è compiuto l’errore di descrivere solo i lati positivi dell’umanità: «Su Voyager non compaiono informazioni sulla povertà e la guerra. E’ sbagliato. L’umanità è composta anche di quello».Il corso dell’Università del Wyoming non è che l’ultimo esempio di un rinnovato interesse per lo spazio e i suoi possibili abitanti. Il numero di coloro che non escludono l’ipotesi di altre forme di vita sembra infatti aumentare. Solo qualche giorno fa gli astronauti Mike Foreman, Dominic Gorie e Gregory Johnson, tutti veterani della Nasa con varie missioni nello spazio al loro attivo, hanno espresso la convinzione che «l’uomo troverà qualcosa». Due giorni fa anche l’astronomo-sacerdote Josè Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana, ha detto in un’intervista all’Osservatore Romano che «come esiste una molteplicità di creature sulla terra, così potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio». La Nasa spera in effetti di trovare qualcosa, ma non simile all’uomo, nei mesi a venire, dopo che la sonda Phoenix atterrerà su Marte il 25 maggio e comincerà la sua ricerca di forme di vita elementari. Gli appassionati di questo tema potranno inoltre fantasticare un po’ il 25 luglio, quando arriverà sugli schermi il nuovo film della serie X Files, "I want to believe". Chi cerca conferme (o smentite) può scegliere anche di controllare i documenti segreti rilasciati dal governo britannico pochi giorni fa circa gli avvistamenti di Ufo dal 1950 al 2007. Le prime mille pagine di documenti si trovano nel sito degli archivi governativi, e presentano esempi davvero curiosi (controllori di volo che leggono sui radar misteriosi oggetti che volano a velocità spettacolari,) insieme a imbarazzanti banalità (aerei in fase di atterraggio, scambiati per velivoli extraterrestri). Infine, chi vorrà scambiare con altri interlocutori le proprie convinzioni sull’esistenza o meno di extraterrestri potrà presto utilizzare il canale di socializzazione on-line che il regista Steven Spielberg sta preparando in collaborazione con Terry Semel, già presidente della Warner Brothers e di Yahoo.Intanto gli studenti della Università del Wyoming continueranno il loro lavoro alla ricerca di un linguaggio universale. Il professor Jeffrey Lockwood, che insegna il corso, unisce una formazione scientifica a una specializzazione filosofica: «Alcuni insetti - ha detto al quotidiano Christian Science Monitor - possono vedere lo spettro ultravioletto, e non possono vedere la luce rossa. Altri sono molto sensibili agli odori, mentre noi appena li avvertiamo. Il loro mondo non è il nostro mondo, e in un certo senso mi hanno allenato a pensare e capire in un modo radicalmente diverso da quello degli uomini».
5/26/2008
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