3/03/2006

Mille vite

Ho combattuto. Ho ucciso. Ho viaggiato in aereo attraverso i continenti, per ritrovarmi nell'umida giungla vietnamita. Ho eliminato più musi gialli di quanti riesca a ricordare;e non solo loro. Come marine, ho sterminato interi gruppi terroristi in nome della pace e, ancor di più, ho solcato mari alieni e pianeti sconosciuti per dare la caccia ai mostri che avevano rapito la mia donna.

Ho guidato auto e moto in modo così perfetto da far invidia ai più blasonati campioni. Attraverso le grandi distese desertiche di Tatooine, ho corso fianco a fianco con Anakin Skywalker, ognuno sul proprio guscio.

Ho usato la Forza per sbaragliare i miei avversari. Ho imbracciato un phaser per eliminare i Borg dalla mia nave;quando poi mi hanno spedito su Marte, mi sono scontrato con l'Inferno, quello vivo e pulsante di malvagità, non certo quell'innocuo Inferno Dantesco che ci hanno rifilato a scuola. La scuola. E la casa. E le città. Ho costruito imperi fondati sulle ossa dei miei nemici, intridendo ogni mattone con il mio sudore ed il loro sangue. Ho regnato su mondi così lontani che io stesso ne dimentico i nomi. Ho affrontato fantasmi, demoni e vampiri. Non ho tremato di fronte al Cavaliere Nero, e ho usato la mia spada per difendere i più deboli, seminando morte e scompiglio dietro le linee nemiche. Quelle stesse linee che, nel 1945, ho violato più volte, come parà, come un commando, o come un cecchino. Un cecchino. Un assassino silenzioso. Questo, io ero, quando ho scalato le vette del potere mafioso. Un killer a contratto. Freddo. Come il gelo artico, quando vi ho affrontato il Male sotto ogni forma. Anche quando la mia Nemesi si è presentata sotto le spoglie di una bambina. Assetata di sangue. Il mio. Ma non lo ha avuto. No, anche lei ha fallito, come il Predatore che mi inseguiva su un asteroide. Come gli Elfi Oscuri, che mi hanno teso più di una imboscata. O come la squadra avversaria che, pur contando sui favori degli arbitri (!), si è piegata davanti alla mia superiorità...quella stessa superiorità che ho dimostrato sconfiggendo, da solo, i maledetti aracnidi che volevano distruggere il mio mondo. Non potevo permetterglielo. Ne allora, ne ora. Ma se anche dovessi cadere, altre mille vite aspettano solo di essere vissute. Da me. Da te. E da chiunque ami davvero i videogames.
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Ho letto, per la milionesima volta, il solito reportage semi-scientifico su quanto faccia male giocare, "inducendo i giovani alla violenza". Premesso che, fra quelli che scrivono tutto questo ciarpame informativo, non ce ne è uno, dico UNO che ha mai messo le zampe su un gioco (probabilmente non ci capirebbe una ceppa : è proprio vero che temiamo ciò che non conosciamo), l'Italia, l'Europa ed il mondo in generale dovrebbe essere piena di serial killer. E' davvero così difficile credere che anche chi gioca ai videogames, a prescindere dall'età e dalla condizione sociale, sa discernere fra la realtà e la fantasia?
Demonizzare i videogames non servirà a distrarci dallo schifo imperante che ci circonda, ne tanto meno sarà utile a far cessare questa meravigliosa forma di intrattenimento.
Gentilissimo professor X, invece di scrivere cazzate, vatti a fare una partita, va, che poi ne riparliamo.

1 commento:

  1. Anonimo12:32 AM

    grande, mi hai regalato delle belle emozioni,e me ne hai fatte rivivere di vecchie e sopite.
    Spero che un giorno combatteremo ancora fianco a fianco, alla ricerca di tesori che mai nessuno ha neanche immaginato,spero che un giorno cattureremo insieme un altro drago,spero che un giorno mangeremo e berremo ancora insieme intorno all'allegro fuoco, spargendo nell'aria le nostre risate,ricordando le avventurose giornate passate a schivare le "bombette incendiarie", spero che le nostre voci tonanti , servano come monito a tutti quelli, che nonostante tutto non sono riusciti a piegarci.In molti ci hanno provato, e non soltanto nella realtà di un video gioco.
    Un abbraccio a te fratello mio.
    Conner.

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