11/02/2007

Time Travel

A chi non piacerebbe poter tornare indietro nel tempo? Magari per correggere gli errori o rivivere bei momenti? Questa possibilità, attualmente nel corredo dei soli supereroi cinematografici, potrebbe diventare realtà: le leggi della fisica la permettono. Tra chi teorizza la presenza di cunicoli spazio-temporali nelle galassie da usare con una ipotetica «macchina del tempo» c’è Fernando De Felice dell’Università di Padova. Il fisico ha messo insieme diversi fenomeni cosmici e nozioni matematiche costruendo un modello che prevede il salto nel passato attraverso le singolarità nude che si trovano nelle galassie.
SINGOLARITÀ – Ma cos’è una singolarità nuda? «Quando si forma un buco nero per il collasso di una stella sotto l’azione del proprio campo gravitazionale, all’interno del buco nero si crea una singolarità, ossia una regione dove si manifestano situazioni anomale – afferma De Felice -. La luce catturata dal buco nero ci impedisce di osservare questa singolarità. E’ come se facesse da velo. Esistono però delle singolarità nude, non schermate dalla luce e quindi visibili. Dalle singolarità nude si ottengono informazioni sul suo campo gravitazionale, molto complicato, dove si verificano fenomeni eccezionali come l’inversione temporale».
RITORNO AL PASSATO – Secondo lo scienziato nella singolarità le particelle si muovono in senso inverso rispetto al tempo, come predetto dalla teoria della relatività di Einstein. «Semplificando, nella nostra vita i secondi vanno avanti: 1, 2, 3. Per chi sta nella singolarità vanno indietro: -1, -2, -3 rispetto a un osservatore esterno. In parole povere si spostano nel passato». Per il momento di salire a bordo di una navicella spaziale per raggiungere queste zone non se ne parla, bisognerà aspettare altri progressi della tecnologia. «Muovendoci a una velocità molto inferiore a quella della luce, il viaggio è improponibile., sarebbe lunghissimo». Eppure c’è chi sogna un orologio che ticchetta in senso antiorario, senza preoccuparsi di come il salto nel passato potrebbe interferire con gli eventi venturi, compromettendo persino la sua stessa nascita. Ricordate il film «Ritorno al Futuro»? Micheal J. Fox non doveva assolutamente incontrare se stesso per non stravolgere la storia.
NEL FUTURO – Intanto il risultato più importante dello studio di De Felice, riportato dalla rivista New Scientist, è che sappiamo di poter controllare il tempo, passato e futuro: «I viaggi nel futuro sono già stati riprodotti in laboratorio. Particelle che viaggiano alla velocità della luce nascono e muoiono in un milionesimo di secondo, ma viste da noi la loro esistenza è di 10 secondi. Vuol dire che la loro vita si è dilatata, in pratica hanno fatto un salto nel nostro futuro». Il trasferimento nel futuro si spiega meglio con il paradosso dei gemelli. Se due gemelli vivono separati: uno sulla Terra e l’altro navigando tra le stelle alla velocità della luce, quando i due si ritrovano l’astronauta ha 20 anni, il terrestre 200. Il gemello che ha viaggiato alla velocità della luce è saltato nel futuro del fratello.
AL CERN – E se invece di avventurasi nella galassia si costruisse la singolarità in laboratorio? Difficile, dovrebbe essere immensa, di una massa incalcolabile. Gli studiosi non si scoraggiano e si stanno organizzando per produrre artificialmente un piccolo buco nero (e la sua singolarità) con grandi acceleratori, come l’LHC (Large Hadron Collider) in costruzione al CERN di Ginevra. “Ricreare un buco nero? E’ un punto controverso – commenta De Felice -. Si tratta di oggetti quantistici, non si comportano secondo le leggi classiche della fisica. Non so se riusciranno effettivamente a formarlo”.

LA SONDA – Sarà forse il satellite Glast della NASA a confermare la teoria di De Felice. Glast partirà il prossimo anno con l’obiettivo di misurare nello spazio lampi di luce ad alta energia, i cosiddetti GRBs (Gamma-Ray Bursts) . «Nel mio modello se si forma una singolarità nuda, allora lì esiste una traiettoria di inversione temporale. E dove si verificano entrambe le condizioni si formano i GRBs, i lampi di luce ad energia elevatissima in istanti molto brevi. Senza una delle tre componenti il modello fallisce». Staremo a vedere se De Felice ha ragione
.

Fonte: Corriere.it, Scienza & Tecnologia.

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