Alexandria

Giunsero al porto di origine e chiesero indicazioni,
cercando tre alberi maestri e un grosso tronco di quercia,
sartie e alberature e ombrinali e impeciature,
ascoltando parole che avevano un buffo suono.
Girarono all’insegna che indicava Fort Yngve,
verso il ponte marrone ricoperto di nero,
passando proprio davanti i marinai di acqua dolce
che sussurrarono,
“E’un castello dannatamente bello,
con un diavolo di fossato.”

Oppressi e impauriti dal timone,
sessantasette anni di equipaggi novizi
scrollarono le spalle al grido – “Mollate gli ormeggi!
levare l’ancora!”
e poi la fortezza si mosse.
Salì sul muro costituito dalla vela principale rosso-acciaio,
le vele più piccole davanti, quelle a prua e poi le altre,
e le travi di legno fecero rumore a tribordo
allungandosi sul grande specchio di poppa nera.
Gli alberi sognano di diventare questo un giorno,
di produrre quei suoni di sartiame,
come le sue vele color terra di siena che urlano,
“Ripiega, ripiega, apriti!”
Mentre lei piegava verso il basso la sua grande spalla.

Una nave temprata gran lavoratrice,
cavallo da tiro del commercio baltico,
accolse sia gli esperti sia coloro che la guardavano
timidamente per la prima volta
e che chiesero, “Tutte quelle corde,servono davvero a qualcosa?”
Lei la barca maliarda e noi i posseduti
Sopportammo colpi da Fell’s Point a Norkfolk.
Dobbiamo averla amata davvero tanto
Per andare così lontano con tale disagio.
Potomac, Chesapeake, la costa del Sud-Est,
la Corrente e il Golfo e la grossa baia di Old Man,
il molo di Key e la secca Thimble-
chiedemmo e chiedemmo. Lei disse, “posso”.

Lavorò durante il secolo finchè l’arroganza
La spinse nel profondo delle acque sprezzanti.
Supplichiamo le profondità, “Trattatela come una signora.
Siamo fieri di averla avuta”.

La nostra culla, con il cuore di toro, Alexandria,
forte e indulgente e flessibile –
I nostri spiriti ancora la navigano, e lo faranno sempre.
Possa lei essere uno scoglio potente,
così come fu una goletta valorosa.