10/23/2006

Fuoco

Dai ceppi della passione,
il fuoco crea la tua visione,
perfetta creatura, leggiadra mostura,
di perle e ossidiana, mia immortale peana.
Nel volo dei tuoi brividi,
ti guardo con occhi vividi,
bevo l’Acqua della tua Aurora,
la tua mano,che mi sfiora.
Gioiello marino, cuore divino,
Forza della Tempesta, pelle al sapor di pesca.
L’eco lontano,
del sogno che abbiamo,
ci guida e ci porta,
davanti alla Porta,
la Porta del cuore, infinito Amore,
dove potrò alfine dirti,
Ti amo, e non dovrai mai pentirti,
di aver scelto me, cavaliere errante,
che ti difenderà, fino alla Morte.
In quel caldo abbraccio che scioglie le pene,
tu sei il Miele, l’Ambra ed il Fiele,
in quel tocco fugace
che riaccende la brace,
di un Amore scomposto, interdetto e nascosto.
Su questo eterno filo di lana,
l’Amore che premia, Passione che Appaga,
nell’ordito e nella trama,
di un Cavaliere e la sua Dama,
condotti tra le fila di un Destino disarmonico,
che vive e sorride, di un riso sardonico.
L’amor Cortese, che tutto prende,
l’Amor Carnale, che non s’arrende;
in tutto questo, lo Specchio fatato,
nei tuoi occhi, incastonato,
si splende e di luce s’accende,
come il Faro, illuminato,
che al tuo Porto, mi ha guidato.
Vivere l’attesa, gravida di presagi,
sortilegi e incantamenti,
del tuo viso, morbidi lineamenti,
il tocco fatato, riaccende le braci.
Attraverso la Foresta,
al chiaro di Luna, la cerbiatta s’appresta,
indicando il percorso, sentiero alberato,
sul ciglio di una Storia, che tanto abbiamo sognato.
Il Cigno bianco ormai ha cantato,
la Sorte civetta il segreto ha svelato,
e nel maelstrom di un incantesimo d’amore,
io sono qui, e aspetto di sentire
ancora una volta il tuo odore.
Profumo delicato di un essere puro,
che fra le macerie di un destino spergiuro,
tocca le mani, l’anima ed il cuore,
nella promessa di un Eterno amore.

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