10/12/2006

Poetry

Ho affrontato i mari, le onde e la loro pienezza,
solo per bere alla fonte della tua giovinezza.
Draghi, mostri e magie, nulla ho temuto,
per poi scivolare sotto alle tue malie;
la farfalla dorata, sbatte le ali all’impazzata,
nella foga di un amore, che porta il suo carico di promesse e dolore.
Ho scritto i miei versi, sotto la luna d’argento,
che a te regalo, in un imperituro memento.
Non mi è mai stato dato di vedere qualcosa di così bello,
leggiadro, immutabile, quasi incantato.
Nel deserto di una vita già impostata,
sei l’acqua che disseta, gioiello di seta,
cuore di giada, anima amata.
Ma come posso raggiungerti, se i tuoi segreti
Ai miei occhi sono celati, i tuoi pensieri, per me mai svelati?
In quel luogo incantato, dove gli uomini sognano,
io ti vedo, premio speciale, che tutti agognano.
L’amore che non vivremo, l’amore che prende,
L’amore che ruba, l’amore che rende.
Il crepuscolo d’Autunno ha dato il verdetto,
ti ho preso, ti ho perso, oh, fato maledetto;
L’attesa eterna di una tua parola, un pensiero, una mano,
troppo distante, troppo lontano.
Lontano,come il luogo dove alberghi, tra le spire di un cuore,
che ti brama, ti sogna, con tutto il suo ardore.
Così arguta da stupirmi,
ti voglio guardare,fino a sfinirmi.
Fra le mani che corrono, come falene,
Non averti, è la più grande delle pene.
Dov’e’ l’ironica ricompensa, in tutto questo?
In un cavaliere che, nel tuo ricordo, non è più mesto,
ma vive di quegli attimi di infinito,
che tu hai regalato, sfiorandolo, anche solo con un dito.
Allora, prendimi per mano,
andiamo lontano,
più in la dell’orizzonte,
sfidando la vita, la morte, lo stesso Caronte,
vivendo quell’amore perfetto,che siamo qui a raccontare, nostro eterno diletto.

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